Lug 162022
 

Aperti ad accogliere la parola di Dio. Dio si fa presente di persona nella storia del suo popolo, da Abramo fino a Gesù. Ciò che è richiesto l’ospitalità da parte dell’uomo, accogliere la sua Parola, che è la «parte migliore», una promessa che porta compimento, un disegno d’amore che in Cristo ci è stato rivelato.

Commento di DON MARIO ALBERTINI

 “Non passar oltre senza fermarti!” – così Abramo a  quelle tre misteriose persone di cui si parla nella prima  lettura, nelle quali riconosce il passaggio del Signore.  E per noi, nella nostra vita, non avverrà mai un  passaggio del Signore? Sì che avviene: Una ispirazione  che ci suggerisce qualcosa di buono; una parola ascoltata  in chiesa o letta nella bibbia; una circostanza di gioia o di  dolore; in particolare qualsiasi esigenza di carità che ci  viene dai fratelli: “Chi accoglie il più piccolo dei miei  discepoli accoglie me” ha detto Gesù.

Sono altrettanti  passaggi del Signore. Guai a noi se lo lasciamo passare  oltre, se non gli chiediamo di fermarsi, se non gli  offriamo ospitalità, cioè se lasciamo passare invano  queste sollecitazioni e non diamo una risposta con i fatti.  Guai a noi, non tanto perché ci sarà un castigo, quanto  perché ci escludiamo da soli dall’intimità con Dio.  Dio accetta di essere nostro ospite, vuole esserlo; solo  che dobbiamo stare attenti al suo passaggio.  

 Le letture di oggi ci orientano a riflettere sull’ospitalità.  Vorrei insistere su quella ospitalità che dovremmo saper  offrire al Signore. Nel vangelo Gesù è ospite di una famiglia di amici suoi:  i fratelli Lazzaro Marta e Maria.  

 Il Signore aveva detto di se stesso: non ho “dove posare  il capo”; va peregrinando in terra di Palestina, e vi sono  quelli che lo allontanano, ma c’è anche gente che lo  accoglie e offre da mangiare a lui e al gruppetto degli  apostoli. Il dono più bello però lo fa sempre lui, con la  sua presenza e la sua parola. Il racconto del vangelo mette in evidenza due modi  diversi di accogliere il Signore, uno rappresentato da  Marta, l’altro da Maria. 

 Gesù elogia Maria che sta lì ad ascoltarlo, e ricorda una  verità da lui più volte ripetuta: nella scala dei valori,  quello più alto è l’interesse per il Regno di Dio; questo  interesse si traduce nella carità, ma ha come alimento la  preghiera. Darsi continuamente da fare, anche a fin di  bene, ma non trovare il tempo per un rapporto con Dio:  questo è lo sbaglio. 

 Ma Gesù un elogio lo fa anche a Marta, che pare essere  il capo-famiglia: è lei che prende l’iniziativa e invita  Gesù, e che questi abbia accettato l’invito costituisce di  fatto una lode per la padrona di casa e il suo lavoro. 

 Il Signore tuttavia le fa un richiamo perché si lascia  travolgere dall’agitazione, dalla dispersione. Voler star  dietro a tutto, preoccuparsi di mille cose: questo Gesù  rimprovera a Marta. Cosa vuol dire “pre-occuparsi”?  vuol dire occuparsi in primo luogo. Gesù dice: fa’ un po’  di ordine in te stessa, e metti in primo luogo quello che  vale più di tutto: orienta a Dio anche la tua attività. 

 Mi pare che di questa esortazione abbiamo tutti  bisogno: di quante cose non essenziali ci pre-occupiamo!  Non mi pare troppo difficile invece saper mettere Dio al  primo posto. Forse basta un po’ di attenzione. Scrive  sant’Agostino: “Temo il Signore che passa”; non ha paura  del Signore, ha paura di lasciarlo passare senza  accorgersene e senza ospitarlo.

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