Lug 162014
 

don Luigi Fossati

(a cura di don Francesco Dal Cin)

Nato 28 febbraio 1939 a Francenigo (TV)
Ordinato 29 giugno 1963 nella Chiesa di Pianzano
Morto 19 gennaio 2012 a San Giacomo in Nettuno

Tappe principali

02 Scan0002 don luigi fossati nettuno 22.12.1996 2Nato il 28 febbraio 1939 a Francenigo (TV)
Nell’ottobre del 1950 entra a Casa San Raffaele
1950-1963: studi  nel Seminario di Vittorio Veneto
Ordinato il 29 giugno 1963 nella Chiesa di Pianzano (TV) da mons. Albino Luciani, Vescovo di Vittorio Veneto
Direttore della Casa dello Studente e Insegnante di Religione al Collegio “Dante” di Vittorio Veneto
68-70: Studi all’Università  Gregoriana di Roma
1970 collaboratore a S. Michele in Aprilia
1983 parroco di San Michele in Aprilia
1996 parroco di San Giacomo in Nettuno
Morto il 19 gennaio 2012 a San Giacomo in Nettuno

E’ nato a Francenigo (Tv) il 28/02/1939 da  una famiglia piuttosto numerosa, secondogenito di sei figli, da una mamma e da un papà profondamente credenti.
Il Signore gli ha fatto dono di una intelligenza armoniosa; infatti negli studi avrà sempre ottimi risultati.
Nell’autunno del 1950 entra con l’intenzione di farsi sacerdote a Casa San Raffaele (Vittorio Veneto), dove inizia il cammino di formazione.
Compie tutti i suoi studi presso il Seminario Diocesano, e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1963 insieme ai suoi compagni di classe da mons. Albino Luciani, allora vescovo della nostra diocesi.
All’inizio degli studi di Teologia, nel 1959, era stato visitato dal male e dovette passare alcuni mesi in Sanatorio a “Villa delle Rose” di Vittorio Veneto. Da quella esperienza uscirà “purificalo come l’oro nel crogiolo” e “maturato” dal contatto con un mondo di dolore e, a quel tempo, di emarginazione: Ne uscirà comunque sereno, e ancor più deciso a offrire la sua vita per i fratelli che soffrono e per gli ultimi della società.
Per aver perduto un anno di scuola ( lui diceva: mi mancano i fondamenti della teologia!!!), sentirà l’esigenza di frequentare a Roma per due anni l’Università in modo da completare al meglio i suoi studi teologici.

Da Vittorio Veneto ad Aprilia
I suoi primi anni da sacerdote li vive in servizio alla  Diocesi di Vittorio Veneto, dove, tra gli altri impegni che gli vengono assegnati, ricopre anche quello di Direttore della Casa dello Studente e di Insegnante di religione al Dante: incarichi che gli danno modo di accostare e stringere amicizia con molti giovani.

Obbediente al vescovo e ai responsabili della sua comunità spirituale – don Luigi sceglie di far parte della Famiglia dei Sacerdoti di Casa San Raffaele -, agli inizi degli anni ‘70 lascia la diocesi di Vittorio Veneto e va ad Aprilia, una cittadina in diocesi di Albano, alle porte di Roma, dove si trovavano già altri sacerdoti di Casa san Raffaele, ai quali era stata affidata la parrocchia fin dal 1956 nell’ambito dell’iniziativa Fidei donum.
Qui, prima come viceparroco e poi dal 1983 come parroco di quella comunità, don Luigi darà il meglio di sé.
Negli anni ‘70/80 Aprilia, con i suoi 50.000 abitanti, era una parrocchia in formazione e in continua crescita, con la presenza di etnie le più diverse, con i problemi di un territorio divenuto terra di immigrazione nazionale e internazionale.
Qui don Luigi, assieme ai suoi Confratelli ( fra i quali don Angelo, don Clemente, don Aldo, Don Tonino, presentati in questo fascicolo), cercherà in tutti i modi di realizzare con gesti concreti una comunità cristiana animata dall’amore del Padre celeste, che alla scuola di Gesù, è attenta ai bisogni materiali e spirituali di quanti arrivavano in cerca di migliori condizioni di vita.

Nella Parrocchia di San Giacomo di Nettuno
Nel 1996 il vescovo di quella diocesi gli domanda di lasciare Aprilia per prendersi cura della parrocchia di San Giacomo, una  parrocchia  che si stava formando alla periferia di Nettuno.
Don Luigi, confidando nella grazia del Signore, si mette all’opera cercando di costruire, prima che delle strutture murarie, una comunità di fratelli in Gesù, lavorando nel campo della catechesi ai ragazzi, sempre attento agli ultimi, ai poveri, agli extra comunitari, a coloro che la società civile spesso dimentica o finge di non vedere.
Eppure accanto a questo, a San Giacomo come ad Aprilia, ha sempre curato con intelligenza e profusione di energie le chiese in cui svolgeva il suo ministero, adornandole come una sposa e dotandole degli strumenti opportuni.
Si è impegnato con inventiva e pochi mezzi nel favorire l’apertura di ambienti decorosi a disposizione della gioventù e degli incontri della gente.
Ha sempre cercato che nelle celebrazioni dei Sacramenti  e anche nei riti tradizionali si evitassero formalismi, sprechi  e abusi, e vi ha inserito innovazioni e simbologie che le rendessero vivi  e significativi per la vita

Riflessioni di un amico sulla personalità di don Luigi
Penso che da amico don Luigi mi permetta di  fare alcune riflessioni, che riferisco a me e che offro a chi lo desidera.
Come attestano tutti coloro che lo hanno conosciuto, Luigi ha sempre badato poco alle forme: ciò che lo interessava era la vita delle persone e la sostanza delle cose…
Credeva ed è vissuto nella fraternità, quella che domanda diakonia, “servizio” e “grembiule”, il grembiule di ci si è cinto Gesù per lavare e asciugare i piedi dei discepoli…
Don Luigi coltivava l’amicizia: egli è stato amico vero con tutti, anche con quelle persone con cui non condivideva atteggiamenti e scelte, sempre presente nei momenti difficili degli amici.
Amava la cultura, le cose belle e ha cercalo sempre di essere all’altezza del suo compito di pastore, tenendosi aggiornato sia nel suo campo specifico, sia “nelle realtà del mondo laico”: il mondo del lavoro, la scuola, i problemi sociali, la politica, l’economia….
Scriveva molto bene. I suoi articoli su “Comunità Parrocchiale “( il giornale che per tutti gli anni in cui ha servito la città di Aprilia faceva uscire ogni mese), erano sempre aggiornati, concreti, capaci di entrare nei problemi reali della comunità cristiana e della città, aprendo dibattiti talvolta accesi, che influenzavano la mentalità della città e della Chiesa:.
Le sue omelie lasciavano trasparire tutto il suo zelo di pastore e il suo continuo tentativo di incarnare la fede nelle realtà concrete e nei problemi del territorio, in cui il Signore lo aveva posto come pastore

Con il suo stile di vita, con i suoi colloqui personali, la sua catechesi, i suoi scritti ha coinvolto e avvicinato (a Dio) anche laici e non credenti.
Profondamente convinto della necessità di “incarnare” la fede,  personalmente cercò sempre e visse “il distacco” dal potere e dal denaro.
Non perdeva occasione nelle sedi opportune con insistenza e passione di dire che la Chiesa per essere credibile ha necessità di mostrare maggiore sensibilità verso i poveri e un distacco pieno dai poteri politici ed economici,  una Chiesa povera e senza compromessi.
Don Luigi non soltanto ha amato i poveri, e ha sognato una Chiesa più evangelica, ma -cosa molto più difficile – con coerenza ha amato ed ha vissuto la povertà, come si coglie dal suo tenore di vita (io credo che don Luigi non abbia mai comperato un vestito nuovo o un paio di scarpe in tutta la sua vita) e dall’austerità della sua casa canonica in cui ha abitato gli ultimi sedici anni della sua vita come parroco di san Giacomo in Nettuno.
E qui, dopo aver dato tutto, intelligenza, cuore, salute, nella notte il 19 gennaio 2012, in silenzio, senza disturbare nessuno, don Luigi fa ritorno alla casa del Padre.
Da vero servo buono e fedele muore al suo posto di lavoro.

Ha speso  tutta la sua vita per l’ideale scelto: essere, alla scuola di Gesù, sacerdote, missionario dell’amore di Dio Padre.

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