La vita non è il male

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Feb 062017
 

Fotosearch_k3695060Gabriella Caramore & Maurizio Ciampa – La vita non è il male.

«Fra bene e male i confini restano labili. E veloci i passaggi dall’uno all’altro». È una delle numerose e stimolanti riflessioni chiave del tessuto narrativo, sulle tracce del bene, che gli Autori, perseguono, con un’efficace e approfondita ricerca di pensieri e di gesti, di alta umanità, in un tempo di inquietante violenza e di spaesamento. «La vita non è il male», come è scritto in Vita e destino, capolavoro del grande scrittore russo, di origine ebraica, Vasilij Grossman.

Gli Autori vi colgono il punto centrale per un possibile percorso di senso e prendono il largo, nel mare tempestoso degli eventi drammatici dei nostri giorni, nelle opere antiche e contemporanee, per ripescare le perle nascoste del bene che il bagliore mediatico e l’affannoso nostro vivere, probabilmente, rendono irrilevanti. Anche perché, a differenza del male, sostengono: «il bene ha un suono più tenue. Ha il passo leggero, ci sfiora e spesso non ce ne accorgiamo… il bene è sommesso. Parla sottovoce. Ammantato di pudore, non riempie le cronache, non urla nelle piazze…».  I Nostri pongono interrogativi, per così dire, capovolti, rispetto al tradizionale «Unde malum?» Si chiedono: «Dove si rifugia il bene? Dove si nasconde? Dove sopravvive? In quale punto, in quale passaggio della nostra esperienza si manifesta? Appartiene al fluttuante gioco del destino? È frutto della casualità che sovrasta ogni vita? È un dono trovato sulla soglia della nostra casa? O, al contrario, va costruito passo dopo passo, giorno per giorno, coltivandolo dentro di noi come una misura interiore?». Leggi tutto »

Don Mazzolari: la più bella avventura/e.Book

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Set 092016
 

Mazzolari Primo01Don Primo Mazzolari, lo si ricorda anche attraverso uno degli scritti che maggiormente lo rappresenta: La più bella avventura. Sulla traccia del «prodigo», del 1934. Il sottotitolo rimanda al tema sviluppato dalla parabola di Luca al capitolo quindici: comunemente conosciuta come Parabola del figlio prodigo, nella recente traduzione della Bibbia viene presentata come Parabola del Padre misericordioso. Il suggestivo titolo, La più bella avventura, dice l’esperienza che fa del cristianesimo una religione della confidenza e dell’abbandono: gettarsi nelle braccia del Padre è sempre possibile, da qualsiasi lontananza (di peccato, di trasgressione, di indifferenza) si provenga. Leggi tutto »

L’amore scandaloso di Dio – Enzo Bianchi/e-Book

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Lug 282016
 

enzo-bianchiIn questo anno giubilare molto si è scritto e si è detto a proposito della misericordia. Anche il libro di Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, si misura con questo tema a partire da una convinzione di fondo: «siamo tutti convinti che il concilio Vaticano II rappresenti un tornante, una svolta nella vita secolare della Chiesa cattolica. Più in particolare, se cerchiamo di discernere il tema sul quale questa svolta è stata più evidente, non possiamo non riconoscerlo nella misericordia» (p. 7).

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PADRE NOSTRO, un commento di Bruno Forte

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Lug 192016
 

Gesù disse: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro…” (Matteo 6,7 ss). 

Padre  Tu non sei un Dio lontano e straniero, ma il Padre, Colui cui il Figlio eterno, fatto uomo per noi, si rivolge col nome della tenerezza, della confidenza, dell’abbandono fiducioso e pieno: “Abbà”! Con Lui anche noi possiamo chiamarTi Padre, sapendo che lo sei: perché il Tuo amore non si fonda sui nostri meriti, ma unicamente sulla Tua bontà, mai stanca di cominciare ad amare. Tu sei Padre – Madre nell’amore perché il Tuo amore è gratuito e sempre nuovo: veramente, Tu non ci ami perché siamo buoni o belli, ma ci rendi buoni e belli perché ci ami! A Te, Dio eterno, altissimo onnipotente e buono, ciascuno può dire con fiducia totale: Padre mio, io mi abbandono a te. Fa’ di me ciò che Ti piace. Qualunque cosa Tu faccia di me, Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la Tua volontà si compia in me e in tutte le Tue creature: non desidero nient’altro, mio Dio. Rimetto la mia anima nelle Tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore nel mio cuore, perché Ti amo ed è per me un’esigenza d’amore il donarmi e rimettermi nelle Tue mani senza misura, con una confidenza infinita, perché Tu sei il Padre mio (preghiera di Fr. Charles de Foucauld)

nostro, Tu non sei un padre generico, per cui i figli sono indifferenti, tanti da non poterli amare uno per uno. Tu sei il Padre “nostro”: e in questo aggettivo c’è ognuno di noi, con la sua piccola, unica, grande storia, che è tale ai Tuoi occhi come agli occhi di nessuno. Per Te ognuno di noi è importante, quale che sia il colore della sua pelle, la cultura da cui viene, la storia cui appartiene, la lingua che parla, le conoscenze o i mezzi che ha. Per Te nessuno sarà mai dimenticato: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Isaia 49,15-16). Qualunque cosa Tu faccia, Padre, siamo scritti sul palmo della Tua mano: perciò, non ti dimenticherai mai di nessuno. E perciò ognuno di noi può dirTi veramente: “Padre mio!”. E questo ci fa sentire fratelli, vicini perché custoditi da uno stesso amore: il Tuo. Siamo accomunati nella gioia e nel dolore, perché affidati ad uno stesso Padre – Madre di tenerezza e di misericordia. È il Tuo amore personale per ciascuno che fa di noi la Tua famiglia, il popolo del Tuo amore ricevuto e donato. Leggi tutto »

Pregare il Vangelo, per una introduzione al Padrenostro

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Lug 122016
 
  • RUGGIERI GIUSEPPE
  • Pregare il Vangelo, per una introduzione al Padrenostro
  • Queriniana

Questo libro di Ruggieri vuole esplorare la ricchezza che le Scritture e i primi commenti dei Padri (Tertulliano, Cipriano e Origene) contengono in riferimento alla preghiera del Padrenostro. A partire da Tertulliano la tradizione delle chiese cristiane vede nella preghiera del Signore un compendio di tutto il vangelo. In tal senso si può ricordare come papa Giovanni XXIII insistesse sulla capacità del Padrenostro di riassumere la globalità dell’evangelo cristiano. Leggi tutto »