Lug 162014
 

don Alvise Fabris

(Testimonianza di don Ermanno Crestani)

Nato 29 settembre 1925 a Olmo di Creazzo (Vicenza)
Ordinato 18 giugno 1950, Chiesa di S. Raffaele a Vittorio V.
Morto 2 giugno 1982 all’ospedale di  Vittorio Veneto

Don Alvise Fabris nacque il 29.9.1925 da Giovanni e da Vezzaro Lucia, a Olmo di Creazzo (VI).
Il 17 Agosto 1939 entrò a Casa S. Raffaele di Vittorio Veneto, dopo aver frequentato la don Alvise FabrisI Ginnasiale presso il Patronato “Leone XIII” di Vicenza.
Compì i successivi studi ginnasiali, liceali e teologici presso il Seminario diocesano di Vittorio Veneto, assieme agli altri allievi della Casa S. Raffaele, dal 1939 al 1950.
Il 18 Giugno 1950 ricevette l’Ordinazione sacerdotale, nella Cappella di S. Raffaele, dallo zio Mons. Antonio Mantiero, allora Vescovo di Treviso.
Ha svolto quindi molteplici forme di ministero, soprattutto in campo giovanile:

–  Cooperatore nella parrocchia di Salsa dal 1950 al 1953.
–  Assistente diocesano dei Fanciulli di Azione Cattolica dal 1952 al 1956.
–  Rettore del Convitto vescovile di Poggio Mirteto (RI) dal 1956 al 1958, su richiesta del cardinale Adeodato Piazza, cui era affidata la diocesi Sabina.
–  Responsabile del Centro Addestramento Professionale ad Aprilia (LT), dal 1958 al 1960, parrocchia affidata ai confratelli dell’Unione San Raffaele.
–  Incaricato della formazione degli aspiranti al Sacerdozio nella Casa S. Raffaele di Vittorio Veneto, dal 1960 al 1968.
Insegnante di Lettere, per una decina d’anni, nello stesso periodo, nella Scuola Media del Seminario diocesano.
–  Cooperatore festivo a San Fior di Sopra dal 1970 al 1978.
–  Insegnante di Religione presso il Ginnasio-Liceo scientifico di Vittorio Veneto, dal 1974 alla morte; e in antecedenza, per qualche anno, presso l’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura di Colle Umberto.
– Rettore della Chiesa di S. Raffaele dal  1978 e Assistente della locale Associazione “Maria Cristina”.


La mattina del 25 Maggio 1982 fu colpito da emorragia cerebrale, che lo lasciò pienamente cosciente, per il tempo necessario a chiedere aiuto, confessarsi ed esprimere le sue ultime volontà.
Il 2 Giugno successivo anche il suo cuore cessava di battere, presso l’Ospedale Civile di Vittorio Veneto.
I funerali, presieduti dal Vescovo Mons. Antonio Cunial con un’ottantina di Concelebranti, si sono svolti nella Chiesa di S. Andrea di Vittorio Veneto, il pomeriggio del 4 Giugno 1982.
Furono poi ripetuti a Olmo di Creazzo (VI), nel cui cimitero è stata tumulata la salma.

In tutte le sue attività don Alvise portava una profonda spiritualità, che è progressivamente cresciuta, attraverso tappe fatte di preghiera, di esercizi spirituali fatti e ricevuti, di prove fisiche e morali. Verso la fine della vita, in vicinanza della sua morte, egli ha varcato certamente le soglie della mistica.
Portava nel cuore un profondo amore al mondo, tanto che lo sentivo soffrire quasi fisicamente nel vedere la società allontanarsi dalla fede e svuotarsi di valori. Fatto che immetteva nel suo animo e nelle sue attività un’urgenza e quasi una fretta di donare e di donarsi.
La sua passione più grande: la formazione dei giovani, che ha continuato a coltivare in tutte le stagioni e le attività della sua vita: nella scuola, nella pastorale, nella formazione delle vocazioni sacerdotali dell’Istituto san Raffaele, nei campiscuola di Miravalle a Pelos: “i giovani sono la mia disperazione e la mia gioia”, diceva. Era geloso di loro della stessa gelosia di Dio; sentiva forte il loro appello profondo e spesso inconsapevole alla gioia vera, alla speranza di una società migliore, agli ideali alti, ed egli li indicava loro in Gesù.

Vibrava, in modo profondo, della spiritualità attinta dalla propria Famiglia spirituale: una filiale intima contemplazione di Dio come Padre, che lo ha portato progressivamente ad unirsi a Gesù nel suo filiale abbandono al Padre: Continuo a ripetere: Padre, Papà. Io sono tuo, fa di me quello che ti piace. Io mi abbandono a Te, perché sei il mio Papà (2 maggio 1981).
E per questo aveva un acuto desiderio di comunicare anche agli altri questa spiritualità: Oso chiederti una grazia in questo momento, Papà: che molti cristiani giungano a incontrarti come Padre, che il tuo nome sia conosciuto, amato, adorato, santificato, ce venga il tuo dolce regno d’amore (ibid.)
O Padre. O Padre mio!… Voglio impiegare tutte le mie energie nel far conoscere il tuo nome di Padre, perché tu possa avere la gioia di estendere il numero dei tuoi figli. Amen (dalla sua ultima preghiera il 18 maggio 1982).
Con questo scopo egli aveva dato vita a molti gruppi di preghiera, seguiva spiritualmente le Sorelle dell’Istituto femminile di San Raffaele e organizzava incontri con gli ex-allievi di san Raffaele , per mantenere viva in loro la spiritualità filiale ricevuta.
Ha dato la vita per le vocazioni del suo Istituto: non solo perché ha dedicato a questo le sue migliori energie, ma anche perché per questo scopo ha scelto di offrirla esplicitamente:

Mio Dio, sono tuo. Fa che io sia tutto tuo. Fa di me quello che ti piace. Pur che la Famiglia continui, pur che ci siano altri figli di Dio, pur che tu conservi quelli che ci sono. E abbiamo lo Spirito!
Promessa e impegno che in letto di morte ha confidato a me che ero accorso quella mattina al suo capezzale:
Io sento che sto per morire. Ricorda che ho offerto la mia vita al Padre per la Famiglia, perché abbia nuove vocazioni che diffondano la conoscenza e l’amore del Padre….. Io dal cielo continuerò a pregare e a lavorare per questo”.

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