Lug 162014
 

don Narciso Dassiè
(a cura di don Mario Albertini)

Nato 25 luglio 1923 a Lutrano di Fontanelle (Treviso)
Ordinato 20 giugno 1948 a Vittorio Veneto
Morto 7 maggio 2009 a Vittorio Veneto

Dati cronologici:
Nato a  Lutrano di Fontanelle (TV)   il  25 luglio 1923; entra a  Casa s. Raffaele (Vittorio Veneto) nel settembre del 1936; compie gli studi ginnasiali, liceali e teologici presso il Seminario Vescovile. Viene ordinato sacerdote il 20 giugno 1948 dal Vescovo mdon Narciso Dassièons. Zaffonato.
Ha conseguito la licenza in Diritto Canonico nel 1950, e la laurea in scienze sociali nel 1953.
Ha concluso la sua vita terrena il 7 maggio 2009.

Principali incarichi svolti in diocesi:
E’ stato responsabile della Pontificia Opera Assistenza e della Caritas.
Insegnante nel seminario diocesano di: sociologia, diritto canonico, spiritualità.
Vice assistente diocesano della Gioventù Femminile A.C.
Difensore del vincolo nel Tribunale ecclesiastico triveneto, e Cancelliere vescovile (1990-96).
Inoltre ha collaborato a Famiglia Cristiana su aspetti sociali del mondo agricolo, e con la scuola di agraria di Colle Umberto.

Nell’Unione Sacerdotale  s. Raffaele:
E’ stato diverse volte membro del Consiglio centrale e vicedirettore della stessa.
La sua maggiore attività, svolta con amore e competenza, è stata in ordine alla valorizzazione della spiritualità “filiale” trasmessa da padre Gioachino Rossetto, fondatore della Famiglia delle Figlie di Dio e dell’Unione sacerdotale. Così:
ha riordinato e schedato gli scritti di p. Rossetto per l’archivio di casa (lavoro non facile);
ha scelto e presentato in appositi fascicoli ciclostilati diversi scritti di p. Rossetto, in particolare il quaderno “carità”, il diario spirituale;
estraendo dalle diverse fonti (lettere, meditazioni, scritti vari…) ha presentato i fascicoli “consacrate a Dio nel mondo”, “sacerdoti figli di Dio”, e altri;
ha collaborato in maniera determinante alle edizioni stampale degli scritti di p: Rossetto: “Silenzio”, “Ti rendo lode, o Padre”, “Maria, figlia prediletta del Padre”.

CENNI SULLA SUA FIGURA

Il fatto che abbia svolto attività in campi anche diversi rende difficile definire la personalità di don Narciso. Tuttavia risultano chiare, nella sua vita di sacerdote, due componenti apparentemente lontane, che lui ha saputo coniugare bene: una spiritualità convinta, e un’attenzione al sociale.
Le caratteristiche della sua spiritualità le ha tratte soprattutto dalla conoscenza degli scritti di padre Rossetto, da lui studiati e spesso anche commentati (come risulta da quanto detto sopra), e le ha coltivate nella preghiera e nell’approfondimento della parola di Dio. E ha saputo trasmetterla: ha suscitato e guidato vocazioni alla vita consacrata, e in questo è stato di grande aiuto all’istituto femminile san Raffaele, Famiglia delle Figlie di Dio.
L’attenzione al sociale si manifestò in lui, ancora studente in Seminario, non appena la caduta del fascismo rese possibile la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa. Fu allora che cominciò a studiare le opere del Tomolo, di cui si sentì discepolo, e altri testi di sociologia. I1 Vescovo mons. Zaffonato, visto questo suo interesse, lo inviò a Roma a frequentare i corsi dell’università internazionale “Pro Dco” per gli studi sociali, dove si laureò con la tesi: “I problemi del lavoro nel pensiero degli uomini politici dal 1900 al 1914”. Sul campo sociale si è impegnato non soltanto negli studi e nell’insegnamento ma anche in varie concrete collaborazioni (come già accennato).

Purtroppo la salute fisica di don Narciso non è mai stata forte; anche negli anni giovanili soffriva spesso di forte emicrania. Questo non gli ha impedito però di applicarsi negli studi, sempre con buoni e anche ottimi risultati.
Negli ultimi anni un progressivo indebolimento fisico lo ha costretto all’inattività; gli rimase l’offerta della sofferenza e la fedeltà alla preghiera. Le sue ultime parole, appena sussurrate, furono: Gesù, Gesù…

Una Testimonianza di don Egidio Menon
Vorrei esprimere la mia ammirazione per don Narciso e per quanto ha fatto sia per noi che per le Sorelle: dobbiamo molto a lui e al suo sforzo di sistemare e trasmettere gli scritti del Padre, e quindi la spiritualità della nostra Famiglia. Lo rivedo con le sue “cartette” in mano, quando ci trasmetteva testi del Padre al ritiro mensile! E lo ricordo anche in visita a Sao Mateus, in Brasile: anche là ha aiutato sia noi che le Sorelle ad essere fedeli alle intuizioni del primo missionario della nostra Famiglia, appunto P. Rossetto“.

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