Ago 122023
 

Andare incontro al Signore che viene.
Come si manifesta Dio? Come riconoscerlo? L’esperienza di Elia, come la storia di Gesù, ci invitano a ripensare l’essere di Dio, a lasciare le nostre paure e i nostri “concetti” per aprirci alla «brezza leggera», alla quiete che suscita l’amore di Dio, riconoscendo in Gesù, nella sua carne, colui che è venuto a portarci salvezza.

Gesù stende la mano a Pietro, lo afferra mentre sta per  affogare, e lo salva. 

 Sentirci presi per mano da Gesù, anche noi, quasi  sospesi a lui. Quando ci troviamo provati dalla stanchezza  interiore, provati dalla solitudine perché sembra che  nessuno s’interessi di noi, magari con la sensazione del  vuoto dentro di noi e ci chiediamo se la nostra vita conta  qualcosa – è allora che ci dà forza il sapere che Gesù ci  dà una mano, sempre. Dobbiamo crederlo, per non meritare anche noi, come  Pietro, il rimprovero di avere poca fede

 Il nostro rapporto con Dio è un misto di fiducia e di  paura: vorremmo andare a Lui, ma la nostra fede non è  così grande da eliminare ogni angoscia, da superare ogni  ostacolo, da farci conservare sempre la certezza che Dio  ci vuole bene. 

 E allora gridiamo anche noi: Signore, salvami! – certi  che egli ripete anche a noi: “Coraggio, sono io… Non  abbiate paura!”. Anche a noi Gesù rivolge, con bontà e  pazienza, questa rassicurazione. Dobbiamo saperlo vicino  a noi qui, sicuri che anche a noi egli stende la sua mano. 

*** 

 Senza pretendere miracoli. E’ molto istruttiva la prima  lettura. Vi si parla del profeta Elia che, perseguitato dalle  autorità del tempo, si rifugia in una caverna di montagna.  Sa che il Signore gli vuole parlare e lui, il profeta, è  attento a cogliere il segno della presenza di Dio. A un  tratto soffia un vento forte e gagliardo come mai aveva  sentito: sarà Lui? No: il Signore non era nel vento; poco dopo un terremoto scuote la montagna: sarà Lui? No: il  Signore non era nel terremoto. E scoppia un incendio, ma  il Signore non è neppure nel fuoco. 

Ma ecco il mormorio di un vento leggero. Qui sì  che c’è il Signore, ed Elia esce dalla caverna con il capo  velato in segno di rispetto e di umile intimità, per  ascoltare quello che Dio ha da dirgli. 

La verità insegnata da questa pagina è che Dio,  sempre presente in tutto, si manifesta come vuole Lui, in  assoluta libertà, senza essere vincolato a fatti prodigiosi,  straordinari; e spesso, come per l’incontro con Elia,  sceglie di manifestarsi nella semplicità, nel mormorio di  un vento leggero

E allora: non andiamo in cerca di cose  straordinarie per riconoscere la presenza di Dio,  cerchiamo di incontrarlo non nei tanti rumori di cui è  piena la nostra giornata, ma nel silenzio della preghiera

Sentiremo il Signore che ci dice: coraggio, sono  io, non aver paura; e potremo stendere la nostra mano  perché egli la afferri, e ci dia sicurezza.

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