Dic 032022
 

Il giorno che porta la conversione. Isaia descrive il giorno del Signore con immagini apocalittiche di gioia, pace e armonia. È questa la nuova creazione inaugurata dall’avvento del Figlio, ma essa è anche un richiamo al giudizio ultimo e alla conversione, come dice il Battista.

Commento di Don Mario Albertini

Per il nostro cammino verso il Natale, nelle letture delle  Messe troviamo tre guide: il profeta Isaia con le sue  visioni piene di speranza, Giovanni il Battista con le sue  austere ammonizioni, e nelle prossime domeniche la  stessa Madre di Gesù, la vergine Maria. 

 Quest’oggi il profeta Isaia ha la stupenda visione di un  mondo in cui non ci saranno terrorismo e stupri e omicidi,  e i governanti e i giudici non si lasceranno influenzare dai  prepotenti o corrompere dai ricchi. Descrive quel mondo  con l’immagine dell’accordo tra il lupo e l’agnello, tra il  leopardo e il capretto… 

 E’ la visione di un mondo molto diverso dal nostro. La  nostra epoca non realizza quella società giusta e  tranquilla di cui parla il profeta, e anzi di fronte al  disordine e alla corruzione di oggi talvolta ci vien da dire:  peggio di così!.. 

 Ma allora quello del profeta è solo un sogno? Sì, un  sogno che secoli di storia non hanno ancora trasformato  in realtà, eppure è un sogno che neppure secoli di guerre  hanno ancora cancellato. 

 Un sogno che tocca a noi realizzare. Noi che crediamo  in Gesù, il quale comunicandoci l’amore di Dio ci chiede,  anzi ci comanda di vivere da fratelli, di attuare attorno a  noi “la giustizia, la mitezza e la pace”. E lui, Gesù, ce ne  ha resi capaci. 

 Come fare? La Parola di Dio ascoltata poco fa aiuta a  trovare la prospettiva giusta, che è la conversione  predicata da Giovanni il Battista.

Cos’è la conversione? Un primo momento sta nel  riconoscere sul serio che siamo peccatori, e nel metterci  davanti a Dio sapendoci bisognosi del suo perdono.  Sentire la necessità di una purificazione mediante la  grazia di Dio che possiamo ricevere nei sacramenti. Per  entrare con fiducia nella grotta di Betlemme occorre  entrarci con cuore purificato.  

 Il Battista propone come motivo della conversione la  minaccia del giudizio divino: “Già la scure è posta alla  radice”, afferma. Gesù però ci dirà che ci sono altri  motivi di conversione. Il motivo più valido non è la paura  del castigo, che peraltro dobbiamo tener presente, ma è  comprendere che Dio ci è Padre, e ci vuole bene di un  amore che attende la nostra corrispondenza.,.  

 La conversione quindi è aprire il cuore all’amore di  Dio. E’ andare verso il Signore impegnando intelligenza e  volontà e attività per costruire un mondo in cui domini la  bontà.  

 Si può obiettare: “Bisognerebbe che tutti facessero così,  per avere quello che Isaia annunciava…”. E’ vero, ma  intanto noi, ciascuno di noi, dobbiamo sentirci  responsabili in prima persona, e cercare, nel nostro  piccolo ma in verità, di essere giusti e rispettosi, in  fraternità. Nella nostra famiglia, con i vicini, in tutti i  nostri rapporti. Così facciamo diventare vera la visione  del profeta. Proviamoci, in questa preparazione al Natale

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