Nov 132021
 

Riconoscere il tempo della salvezza. In questa liturgia della Parola, lo sguardo si allarga fino a raggiungere gli ultimi tempi, quando tutto passerà, tranne la sua Parola, la parola di Dio rivelataci nel Figlio, che porterà amore e giustizia.

 Commento di don Mario Albertini

E’ una pagina un po’ misteriosa, quella del vangelo di  oggi: il Signore adopera un linguaggio cosiddetto  apocalittico per parlare della fine dei tempi e della propria  venuta “con grande potenza e gloria”. Delle sue parole  noi possiamo mettere in risalto un’affermazione, una  promessa e un’esortazione. 

 L’affermazione ha un tono molto solenne: “Il cielo e la  terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Noi  siamo portati a sostenere il contrario: la terra su cui poso i  piedi è solida, le montagne e i mari restano, gli astri del  cielo durano… le parole invece volano via, spariscono. 

E in realtà quante parole vuote vengono dette, e  diciamo pure noi. E tuttavia anche le parole possono  essere dure: “le parole sono pietre” è il titolo di un libro  (di Carlo Levi): un’offesa, una maldicenza, una calunnia  lasciano il segno. D’altra parte una parola buona detta al  momento giusto ha conseguenze positive durature. 

 Ebbene: Gesù afferma che le sue parole non passano, e  in realtà esse continuano e continueranno ad essere  importanti ed efficaci; ciascuno di noi se ne accorge  quando le ascolta con cuore ben disposto. Ma se le lascia  perdere, perde qualcosa che vale più del cielo e della  terra. 

 Poi la promessa, ed è questa: “Vedranno il Figlio  dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”.  L’ultimo, e quindi più importante fatto della storia, quello  che le darà significato e coronamento, sarà l’incontro con  lui, con Gesù il Salvatore. Certamente anche giudice, e il profeta Daniele preannuncia: “gli uni alla vita eterna e gli  altri alla vergogna e per l’infamia eterna”. Ma se  crediamo a Cristo, se crediamo in lui che è l’amore, sarà  un incontro nella gioia.  

 Infine l’esortazione contenuta in questa frase:  “Sappiate che egli è vicino, alle porte”. E’ esortazione a  essere pronti per quell’incontro, perché noi viviamo alle  porte, alla frontiera dell’eternità. Ma saperlo incontrare  ogni giorno nella preghiera e nell’amore fraterno 

 In sintesi, quello che Gesù ci dice è questo: affrontate  la vostra esistenza alla luce dell’incontro con me. Quindi  occupatevi dell’oggi con realismo perché avete dei  compiti da portare avanti; con fiducia, perché io, il  Signore, sono con voi; con la speranza che l’incontro con  lui porti serenità e gioia

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