Mag 142022
 

Il Padre costruisce fondando sull’amore. L’agire di Dio nella storia della chiesa si rivela nelle opere degli apostoli e di quanti credono nel Figlio, in coloro che conformano la propria vita al comandamento dell’amore, testamento della storia d’amore di Gesù.

Commento di don Mario Albertini

Tutti conosciamo abbastanza il vangelo per sapere che non  lo si può leggere senza scontrarsi di continuo con l’insegnamento della carità fraterna: un insegnamento che  riceviamo dall’esempio di Gesù, prima ancora che dalle sue  esortazioni, e non ci meravigliamo certo di trovarlo ripetuto  in questo colloquio finale con gli apostoli. 

 La sera di quel giovedì sarebbe stata l’ultima della sua vita  terrena, e alla fine di quell’incontro con i suoi apostoli che  sarà ricordato e celebrato attraverso i secoli come l’ultima cena, Gesù consegna ai suoi discepoli le sue ultime volontà  istituendo l’Eucaristia (e “fate questo in memoria di me”) e  dicendo esattamente: Vi do un comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri. 

 L’amore fraterno, dunque, è un comando che non viene dal  di fuori, da un’autorità esterna, bensì dall’interno del nostro  rapporto con Dio. E se è vero che talvolta il cuore inteso  come sentimento sembra andarsene per conto proprio,  rimane altrettanto vero che possiamo scegliere il cammino  indicato da Gesù, che è quello di voler bene al prossimo e di  fare del bene. 

 C’è un aggettivo che abbiamo sentito ripetere nella  seconda lettura e nel vangelo. Sono certo che lo avete  notato: è la parola “nuovo”. Ci saranno un nuovo cielo e una  nuova terra … io, dice il Signore, faccio nuove tutte le cose. 

E’ una profezia, o forse meglio una visione, contenuta  nell’Apocalisse, una profezia che ha del mistero: come tutte  le profezie che si capiscono solo quando si verificano; ma  questa profezia è per noi un chiaro invito alla speranza di un  bontà e una bellezza assolute… e Gesù ci dà un comandamento nuovo. 

 Perché Gesù lo definisce nuovo? Di fatto lo si trova anche nell’Antico Testamento, ma adesso ha un valore aggiunto in  forza di queste parole di Gesù: Come io vi ho amati. Con  questa precisazione Gesù si propone come esempio, ma non soltanto, perché il suo amore, la sua carità, lui ce l’ha messa  dentro, ce l’ha comunicata, è in noi, così che se vogliamo  bene al prossimo noi non facciamo che prolungare il suo  stesso amore. Quel come dice non la quantità ma la qualità  dell’amore fraterno, che è la stessa qualità dell’amore di  Gesù per noi. Ma occorre essere certi del “miracolo dei miracoli, cioè  che Dio ci ama in Gesù Cristo” . 

Allora ci sentiremo impegnati a contribuire nel nostro  piccolo perché la società sia più giusta, più rispettosa delle  persone, più onesta, più solidale… – che si arrivi a quella che  il grande Papa Paolo VI ha chiamato “la civiltà dell’amore”.  Ne siamo lontani, sappiamo che ci sono le guerre e  constatiamo anche nella nostra Italia divisioni e offese  reciproche. 

E tuttavia noi siamo in attesa fiduciosa che Dio faccia  nuove tutte le cose, convinti che se ci rinnoviamo applicando  il comandamento dell’amore fraterno, daremo il nostro  contributo perché ci sia un mondo più sereno, una terra  nuova.

Albertini Mario – divagazioni.

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