Ott 092021
 

La Sapienza per guadagnare il Regno. – La liturgia della Parola richiama l’attenzione sul valore della vera Sapienza che è donata da Dio, che vale più di ogni cosa sulla terra. Vivere di questa Sapienza significa aprirsi alla chiamata di Gesù, riconoscendo in lui l’unico bene per cui vale la pena donare tutto ciò che si ha, per conquistare la felicità piena del Regno futuro.

Commento di don Mario Albertini

Molto belle e facilmente comprensibili le prime due letture di  oggi. Chiara ma difficile nello stesso tempo la pagina del  vangelo. Per es. come va intesa la frase: “E’ più facile che un  cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel  regno di Dio”? E quell’altra: “vendi quello che hai, dallo ai  poveri, e seguimi”? San Francesco, ed altri santi l’hanno presa  alla lettera, ma ci sono santi che non l’hanno intesa in questo  modo letterale. 

 E allora? La seconda lettura afferma l’efficacia della Parola  di Dio, che penetra nell’animo come un bisturi nella carne.  Cioè quello che Dio dice attraverso i profeti e gli Apostoli e  soprattutto con Gesù, non sono soltanto belle esortazioni e  racconti edificanti, ma se accolti con disponibilità è un  qualcosa che lavora dentro di noi, porta alla conoscenza di Dio  e insegna quale deve essere il nostro rapporto con lui. 

 E il brano del vangelo è una di queste parole che scavano  dentro. Gesù, a quel tale che gli si presenta e gli domanda cosa  deve fare per raggiungere la perfezione morale nella sua vita,  dice: lascia tutto, e segui me! Lasciare tutto è un gesto che  richiede un coraggio, che il giovane in quel momento non ha,  così che si tira indietro. 

 Certamente la proposta fatta a quel giovane è una chiamata  speciale, che Gesù rivolgeva e rivolge a quanti propone di  essere apostoli, e l’invito a dare via ogni cosa il Signore non lo  faceva e non lo fa a tutti. Ma quello che domanda a tutti, e qui  allora dobbiamo sentirci coinvolti, è di non essere schiavi delle  ricchezze, e di cercare nella vita quello che veramente conta.  Contano di più i soldi o l’onestà? i soldi o la giustizia, e  l’amore fraterno, e la fiducia in Dio? Se la preferenza è per i  soldi o comunque per i beni materiali o per la carriera o per  che so io, non illudiamoci: non passeremo per quella ‘cruna  d’ago’ che introduce nel regno di Dio.

La prima lettura è sulla stessa linea del vangelo: quello che  veramente conta è “lo spirito di sapienza”, da preferire al  potere, alla ricchezza, alla salute, a tutto. Ma cos’è la sapienza  di cui si parla lì? Il vocabolo sapienza ha la stessa origine del  vocabolo sapore, ed è proprio il gusto delle cose di Dio, e  quindi saper valutare tutto alla luce della sua parola. L’aspirazione al bene è una voce divina che raggiunge tutti.  Anche se troppo spesso viene soffocata; tuttavia non scompare  mai del tutto. E’ la voce di Dio che invita al bene e sola può  riempire il nostro cuore. E’ in questo senso che Gesù propone  alla nostra libertà l’ideale di seguire lui. Nel voler bene e nel  fare del bene.

Sorry, the comment form is closed at this time.