Ago 282021
 

Un cuore da purificare. La legge di Dio è il fondamento dell’alleanza, la sua Parola è la radice della vera felicità. Il cristiano, tuttavia, come Israele nel deserto, non è chiamato a una vuota ritualità ma a convertire il proprio cuore, per trovare davvero nella Parola che è Gesù la realizzazione della propria libertà.

Commento di Don Mario Albertini

 “L’amore che hai dentro di te costituisce il valore della  tua persona”. Questo è il breve ma centrato commento di  sant’Agostino alle parole di Gesù. Il Signore, in risposta alle critiche che i farisei gli  rivolgevano, li rimprovera di ipocrisia: voi – dice – riducete il culto a Dio a gesti esteriori, ma trascurate i  suoi comandamenti; lo onorate con le labbra, non con il  cuore.  

 Poi allarga il discorso, ed afferma che tutto prende  significato, in bene o in male, dal cuore, cioè dalla  intenzione interiore. E con parole dure ma efficaci dice  che a insudiciare la vita non sono le circostanze esterne o  le colpe degli altri, ma la cattiveria che uno si porta  dentro. Questa è la verità che sant’Agostino sottolinea  con la frase che ho citato all’inizio: “L’amore che hai  dentro di te costituisce il valore della tua persona”. Se è  amore al bene, se è amore che porta a fare del bene, è un  conto; ma se nel cuore c’è cattiveria, o anche solo  indifferenza, è un altro conto. 

 Dobbiamo chiederci: io, come sono dentro? benevolo o  cattivo? sincero o faccio finta? puro di cuore o no? E  quindi cosa ho da cambiare dentro di me? 

Nella seconda lettura di oggi troviamo l’indicazione di  due modi che ci aiutano a rendere vero, sincero e  coerente, il nostro culto a Dio. 

 In primo luogo occorre saper accogliere “con docilità”  la Parola di Dio. Accogliere la Parola significa non  soltanto ascoltarla ma anche metterla in pratica; allora sì  essa sarà la strada della nostra salvezza. Perché, è detto nella prima lettura, osservare i comandamenti del Signore  Dio è saggezza e intelligenza.  

 L’altro modo per rendere autentico culto a Dio è  l’esercizio dell’amore fraterno, soprattutto verso quelli  che più si trovano nell’afflizione, nelle difficoltà.  

 Questi due modi – ascolto della Parola e carità fraterna  – ci vengono ripresentati di continuo, eppure abbiamo  bisogno di sentircelo ripetere perché forse non li  mettiamo sempre in pratica. E tuttavia la nostra  incoerenza e le nostre stesse colpe non ci devono  scoraggiare: c’è la grazia di Dio a sostenerci, c’è il suo  amore. Nella prima lettura Mosè rincuora così il popolo  eletto: “Quale altra nazione ha la divinità così vicina a sé,  come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che  lo invochiamo?”. Dio è vicino a noi. Dio è in noi. 

 Con la fiducia nel suo aiuto, potremo presentarci a lui  coltivando dentro di noi l’amore, quell’amore che  costituisce il valore della nostra persona.

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