Ott 192019
 

Gioacchino rossetto02Nota introduttivaRiprendiamo dal mensile “La Missione della Madonna e i suoi Servi”, del giugno 1985, alcuni  estratti di un lungo articolo a firma di D. Bruno Barisan. L’articolo ha come titolo: “Protagonista del Movimento missionario nella diocesi di Vittorio Veneto”; ripercorre gli inizi ufficiali di tale cammino e l’opera in esso svolta da P. Gioachino M. Rossetto. Nel “Mese missionario straordinario” queste righe ci potranno aiutare per ringraziare quanti hanno posto le radici della missionarietà della nostra diocesi, e per sentirci tutti impegnati a continuarla attivamente. 

Il 24 ottobre prossimo, Casa S. Raffaele ricorda i 90 anni della sua fondazione, come accenna D. Bruno verso la fine dell’articolo. P. Rossetto l’aveva chiamata “Casa Pater”; ma poi, per evitare difficoltà inerenti alla nuova spiritualità da lui testimoniata e trasmessa, il nome divenne “Casa S. Raffaele”, poiché nel 1929, e fino a qualche decennio fa, il 24 ottobre si celebrava la festa di quell’arcangelo.  (don Egidio Menon)

 

L’enciclica “Maximum illud” di Papa Benedetto XV porta la data del 30 novembre 1919. Circa un anno dopo, Mons. Pietro Pieropan esorta i confratelli della diocesi di Ceneda ad iscriversi all’Unione Missionaria del Clero, la quale viene eretta canonicamente il 25 marzo 1924 dal vescovo Mons. Eugenio Beccegato. Il giorno dopo, egli nomina il “Consiglio missionario diocesano”. Presidente, consiglieri e segretario sono cinque sacerdoti della diocesi; ad essi ne viene aggiunto un sesto, P. Gioachino M. Rossetto. 

Questi, membro dell’Ordine dei Servi di Maria, non aveva nessun motivo di risiedere nella diocesi di Ceneda, perché fin dal 1915 era stato eletto priore della comunità religiosa e responsabile del santuario di Monte Berico (Vicenza). Tuttavia, per evitare il servizio militare, nel 1916 viene nominato cooperatore della parrocchia di Follina, affidata ai Servi di Maria. Ogni 15 giorni, più o meno, deve risiedervi, e vi opera pastoralmente in compagnia del parroco P. Anacleto M. Milani, divenuto più tardi, dopo Caporetto, anche sindaco di Follina.  

Nella cronaca del convento, si trovano numerose richieste di predicazione nelle parrocchie della diocesi, predicazione che gradualmente si focalizza su temi missionari. 

Nel 1922 lo troviamo già “Delegato vescovile per le opere missionarie”, e nel 1924 entra appunto a far parte del Consiglio missionario, con la qualifica di “Propagandista ufficiale diocesano”. Nove mesi dopo, l’8 dicembre 1924, dà inizio alla pubblicazione delle quattro grandi pagine de “Il Foglio Missionario Cenedese”, di cui egli appare “Gerente o Direttore responsabile”. Nell’articolo di fondo del primo numero, egli ne traccia la linea: “Il foglio missionario, con la forza suggestiva dei fatti, parlerà efficacemente a tutti i cuori: avviverà prima la fede ancor più in noi stessi, sarà forte motivo di conversione ai cattivi cristiani, aiuterà a salvarsi i miseri pagani, e tanti più saranno i fortunati che per sempre in cielo loderanno Iddio e la Santissima Madre Maria”. Egli si impegna, dunque, nell’apostolato della penna; ma assai di più continua a dedicarsi al ministero della parola e all’organizzazione.

Nel numero di febbraio del 1926, il Foglio pubblica gli elenchi delle Commissioni Parrocchiali Missionarie ufficialmente costituite, con i nomi precisi dei componenti ed i nominativi dei sacerdoti incaricati foraniali per le Missioni. Scrive: “Quasi tutte le parrocchie furono visitate dal Propagandista diocesano, che vi ha tenuto conferenze, con proiezioni (novità assoluta per quel tempo! n.d.r.) e vi ha costituito le Commissioni parrocchiali”.

Ma il 1926 impegna ben presto P. Rossetto in un’opera ancora più grande: l’apertura del nuovo istituto “Missioni della Madonna”, a Monte Berico, avvenuta l’8 settembre di quell’anno. Lui stesso si scusa di trascuratezze e ritardi nella pubblicazione del mensile: “Non fu per mancanza di volontà, ma per eccesso di lavoro. Si è aperto infatti il nuovo istituto “Missioni della Madonna”. Ci sono ancora circa 50 operai di varie arti in casa; si sono accolti 60 giovani per i quali bisogna pensare a tutto. … Abbiamo anche ben sette giovani, i quali appartengono a paesi della diocesi, come Cison, Valmareno, Farrò, Premaor, Orsago e Follina, i quali danno buone speranze”.

Nel 1927 arriva per P. Rossetto la sofferenza fisica, ed “Il Foglio Missionario Cenedese” comunica informazioni sulla sua salute: “Siamo dolenti di annunciare che il direttore del nostro Bollettino trovasi da vari giorni ammalato e impossibilitato, forse per qualche tempo ancora, a dirigere il periodico. … Prima una polmonite, poi una flebite alla gamba destra ed una trombosi alla gamba sinistra lo portarono sino alle soglie dell’eternità… Ma la Madonna mostrò il suo amore misericordioso verso il suo servo, ed egli è già entrato nella via della convalescenza. Innalziamo il nostro ringraziamento”.

Fu durante questa malattia, testimonia il confratello P. Anacleto M. Milani, che P. Gioachino si sentì provocato a fare un voto al Padre Celeste: “Se mi ridai la vita, ti darò sacerdoti figli di Dio”. La devozione a Maria, infatti, egli la integrò sempre intensamente con quella verso Dio Padre.

La guarigione venne, e con essa una nuova fecondità. Nel 1928 e ’29 ritroviamo P. Rossetto in diocesi di Ceneda, ancora impegnato nella propaganda missionaria, ma soprattutto a dar vita a quella che diventerà l’”Unione sacerdotale S. Raffaele”. La finalità è ancora la Missione, però nel nostro ambiente, dentro alla realtà del nostro mondo, simile a quella del parallelo Istituto Secolare femminile, iniziato a Vicenza fin dal 1919: finalità intesa al recupero, nella vita concreta quotidiana, del senso della paternità di Dio, e quindi dell’essere tutti noi una grande Famiglia di suoi figli, e perciò di fratelli fino alle radici più profonde.         D. Bruno Barisan

 

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