Giu 112017
 

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Omelia di don Egidio Menon, nella Basilica di Monte Berico, in memoria di  P. Gioacchino M. Rossetto

Di fronte alla Trinità, mistero di Amore senza limiti, l’atteggiamento nostro può essere solo contemplazione, adorazione, riconoscenza, nella consapevolezza della nostra povertà e della nostra incapacità a comprendere il mistero di Dio.

Infatti, non si tratta solo di una verità da credere, quanto piuttosto di una realtà da vivere. La prima lettura ci ha detto che la Trinità è il Signore che passa davanti ad ognuno di noi, come davanti a Mosé; è il Signore che cammina in mezzo a noi. Contemplando questa realtà di un Dio eterno che si fa vicino, P. Rossetto scriveva: “E’ un oceano immenso di bellezza, di luce, di amore. E noi siamo chiamati a tuffarci in tale oceano, a scoprire e vivere questo infinito amore”.

È proprio questo che la liturgia di questa sera e di domani ci invita a fare.

Infatti, se apriamo bene gli occhi ed il cuore, incontriamo la Trinità attorno a noi, in tutte le cose create. Il beato Paolo VI scriveva: “Questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità… è un panorama incantevole. Pare prodigalità senza misura, poiché tutto è dono. Dentro la vita, in ogni frammento della natura, come nell’universo, sta la Sapienza. E ci sta l’Amore”.

E’ proprio in questo ambiente meraviglioso che la Trinità ci mette l’uomo. Ed ecco come ce ne parla P. Rossetto: “’Facciamo l’uomo’. Pare che Dio convochi a consiglio le tre divine Persone. Perché è tutta la SS.ma Trinità che ha deciso di fare l’uomo. Il Padre, dandogli la vita e aspettando la gioia di essere chiamato: Padre! Il Figlio, prevedendo che si sarebbe fatto come lui nell’incarnazione, e che per lui sarebbe morto sulla croce. Lo Spirito Santo, nell’attesa di diffondere su di lui i suoi doni e farne suo tempio”.  Dio Creatore è il mio Dio Trinità. Lo posso quindi scoprire, stargli vicino, adorarlo e ringraziarlo ad ogni momento, in ogni luogo, della mia giornata!

Anche ogni sguardo al crocefisso può diventare contemplazione e adorazione della Trinità. Un teologo infatti ci ricorda che “La Croce è il luogo in cui la Trinità si rivela con più forza: Sulla Croce ci è donato tutto l’amore del Padre; Sulla Croce il Figlio dice il suo sì più radicale al Padre, dice a noi tutto ciò che ha da dirci del Padre, e dice al Padre tutto ciò che ha da dirgli di noi; Sulla Croce il Figlio consegna lo Spirito nelle mani del Padre”.    

Ecco perché, davanti al crocefisso, possiamo pregare, con P. Rossetto: “Grazie, Gesù, Redentore e Fratello nostro: grazie. Tu sei il dono più bello che il Padre poteva farci. Il Padre ha dato a noi se stesso come Padre nostro, e ci ha dato te come nostro Fratello, e con Te ci ha dato lo Spirito Santo. Quale immenso e sorprendente amore!”

Sappiamo poi che anche la Chiesa, di cui ci ha dato un ritratto ideale la seconda lettura, è voluta dal Padre che ha convocato i credenti in Cristo – storicamente è stata fondata da Gesù Cristo – lo Spirito Santo l’ha fatta “uscire” e la santifica attraverso i secoli. La Chiesa è dalla Trinità, è nella Trinità, vive della vita divina, della relazione d’Amore che è la Trinità.

A ragione quindi P. Rossetto scriveva in una sua lettera: “Gesù è venuto sulla terra e ha fondato una grande Famiglia, la Chiesa. Ha voluto sposarla, per condurla come una figlia nella casa del Padre suo. E il Padre e lo Spirito Santo sono gelosi di questa figlia amata. Benedicono tutti quelli che lavorano, faticano e muoiono per lei, amano tutti quelli che la amano. La Chiesa (fondata da Cristo) è la figlia del Padre, l’opera continua dove lo Spirito Santo gioisce e geme nelle anime, in ogni luogo e tempo”  (Lettera 26.7.1929).

Per questa contemplazione e adorazione della Trinità nel creato, nella redenzione, nella Chiesa, abbiamo un esempio bellissimo, la nostra Madre, Maria. Nessun essere umano, nessun santo è vissuto in relazione profonda con la Trinità come Maria. Il vangelo, infatti, con la sobrietà che gli è caratteristica, ci mostra che Maria, con il suo “Sì” di obbedienza e disponibilità accoglie l’Amore, proposto dal Padre – nei lunghi anni di vita famigliare e silenziosa a Nazareth coltiva l’Amore, fatto suo Figlio – ed esercitando la maternità ricevuta ai piedi della croce, riconsegna l’Amore ad ognuno di noi, invitandoci a vivere nella carità, nel fuoco dello Spirito che abbatte ogni muro e sempre costruisce ponti.

Per questo, P. Rossetto affermava che Maria è “la corrispondenza totale dell’amore creato all’Amore increato”.  Facendo memoria di lui e dirigendoci alla Vergine di cui fu “servo fedele”, vogliamo anche noi pregare Maria con le sue parole: “Santissima Figlia di Dio, nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, rivolgi a noi uno sguardo di tenerezza materna. Donaci di intendere il mistero dell’amore con cui ci ama Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Donaci di intendere la grazia dell’adozione in fratelli di Gesù, figli di Dio! Amen.”

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