Ago 182018
 

papa-francesco-731x1024(G. Cardinale, Roma) – <<Ricordate questo: ‘E’ buono non fare  il male, ma è “malo” (cattivo, ndr) non fare il bene’. Questo lo diceva san Alberto Hurtado>>. Papa Francesco lo scandisce più volte, e lo fa ripetere alle decina di migliaia di ragazze e ragazzi assiepati in Piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione. Siamo alla chiusura della festosa due giorni che ha richiamato a Roma giovani provenienti da 195 diocesi italiane. A loro conferisce anche il mandato missionario, dopo aver benedetto i doni che porteranno alla Gmg di Panama del prossimo gennaio: il Crocifisso di San Damiano e la Statua della Madonna di Loreto. A loro affida indicazioni forti, impegnative: “Rinunciare al male significa dire ‘no’ alle tentazioni, al peccato, a Satana. Più in concreto significa dire ‘no’ a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro. A tutto questo, ‘no’!”, perché “il cristiano non deve essere ipocrita, deve vivere in maniera coerente”.

Di qui l’esortazione “ad essere protagonisti nel bene!”. Papa Francesco ha parlato alla fine dell’Angelus domenicale in Piazza San Pietro. Prima ha girato in lungo e in largo, fino a via della Conciliazione, per salutare più da vicino i 90mila presenti. I giovani lo hanno atteso partecipando alla concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei.  

Nell’omelia il porporato ricorda che i giovani sono “un vero lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società”, nonostante “la precarietà lavorativa” e le “tante emergenze  che sta attraversando il nostro Paese”. E ricordando poi anche i “tanti giovani” che “devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie”, non ha mancato di rammentare che “siamo sempre chiamati al dovere  dell’accoglienza, in qualsiasi condizione ci troviamo”.

Richiamando quanto detto dal Papa durante l’incontro al Circo Massimo di sabato sera, Bassetti ha invitato i giovani a non stancarsi “di cercare Gesù”. “Lui vi capisce fino in fondo, perché  lui solo sa cosa c’è davvero nel cuore dell’uomo, nel cuore di ciascuno di noi”. “Il vero pellegrinaggio – ha concluso il cardinale – ha Gesù come compagno di viaggio e come meta che non delude. Cari giovani, nutritevi della sua Parola e del Pane eucaristico. Lasciatevi interpellare e incontrare da lui. La vostra giovinezza, statene certi, allora non sfiorirà mai. E continuerete ad essere lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società”. Quando è arrivato il Pontefice l’arcivescovo di Perugia lo ha accolto con un grande grazie. “Grazie per averci accolti! Lei sa che i nostri giovani – e con loro tutta la Chiesa italiana – le vogliono davvero bene!”. “Da questa piazza ora ripartiremo, ma non ripartiremo da soli”, ha poi detto Bassetti: “In lei, santità, riconosciamo il volto di tutti i testimoni della fede in Cristo: Pietro, gli apostoli e tutti i santi e le sante che hanno vissuto e annunciato il Vangelo. E’ stato bellissimo sentire il suo cuore di padre che ci ha atteso e consolato; magari anche scosso e provocato: conoscendola abbastanza bene, ce lo aspettavamo che ci provocasse”. “Ci aiuti a tornare a casa: è la parte più difficile”, ha chiesto infine il presidente della Cei a papa Francesco: “Siamo andati per campi, come gli antichi pellegrini, per poter tornare a casa e abitare il nostro mondo con il cuore rinfrancato da un’esperienza di fraternità. Vogliamo che il tempo della memoria si trasformi nel tempo della responsabilità generosa, di nuove

 

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