Lug 282018
 

giubileo_misericordia_logoUna santità a portata di tutti

(…continua) – Si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente diversi tra loro: l’ossessione per la legge, il fascino di esibire conquiste sociali e politiche, l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, la vanagloria legata alla gestione di faccende pratiche, l’attrazione per le dinamiche di auto-aiuto e di realizzazione autoreferenziale. In questo alcuni  cristiani spendono le loro energie e il loro tempo, invece di lasciarsi condurre dallo Spirito sulla via dell’amore, invece di appassionarsi per comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo e di cercare i lontani nelle immense moltitudini assetate di Cristo” (GE 57).

Un Vangelo da accogliere senza aggiunte è il contenuto del terzo capitolo, dedicato quasi per intero al commento delle beatitudini, secondo la redazione di Matteo (5,3-12). “Le beatitudini – scrive il Papa – in nessun modo sono qualcosa di leggero o di superficiale; al contrario, possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con tutta la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio” (GE 65). Proprio il ritorno al Vangelo, allo spirito delle Beatitudini offre al Pontefice, nel quarto capitolo, la possibilità di indicare cinque caratteristiche, quasi porte di ingresso, di un percorso di santificazione della vita. Esse sono: pazienza e mitezza, gioia e senso dell’umorismo, audacia e fervore, dimensione comunitaria del cammino, preghiera costante: “cinque grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo che considero di particolare importanza a motivo di alcuni rischi e limiti della cultura di oggi” (GE 111). Rischi e limiti che egli indica nell’ansietà, nella negatività, nell’accidia, nell’individualismo, e tante forme di falsa spiritualità. Al tema del combattimento, della vigilanza e del discernimento è dedicato l’ultimo capitolo che il Papa così introduce: “La vita cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita” (GE 158). La storia del Beato Bartolo Longo, la sua personale lotta contro il maligno che lo teneva lontano dalla fede, è un esempio straordinario di opposizione  al male e che bene esprime l’invito che il Papa fa a tutti di sapersi opporre alla opera distruttiva del diavolo. Questa è la lotta che caratterizza il cammino di santità di ciascuno e che occorre affrontare con “le lampade accese”. E i santi ce lo insegnano.

 

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