Piccola grande Chiesa mia (Padre E. Ronchi)

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Mag 302017
 

vaticano_-_chiesa_300_x_406Credo che dalla nostra fede fluiscano le realtà più essenziali e irrinunciabili della nostra vita: la comunione dei santi  e delle cose sante che è la Chiesa, la possibilità di una grande famiglia umana unita quale Cristo la volle.

Credo la Chiesa, ho fiducia in essa perchè è mia madre nella fede e mi ha trasmesso Gesù Cristo vivo. Accoglierlo da lei, e cercare di fare di Cristo la mia identità, è stato l’affare migliore della mia vita.

Amo la Chiesa come mia madre, e la sua carne di sorelle e fratelli concreti altro non è che il corpo di Dio. In essa ho imparato che la cosa più bella del mondo è la gente. Credo che la Chiesa sia santa perché differente, non omologata al mondo, testimone e memoria vivente di Uno che è Totalmente Altro, e che viene affinchè la storia sia totalmente altra da quello che è (Karl Barth). Credo che la Chiesa sia santa perché amata. San Paolo scrive alla comunità che è in Roma: “A tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata” (Rm 1,7). Santi perché amati: è l’amore di Dio che santifica.     Leggi tutto »

Dolce catena che ci rannoda a Dio

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Mag 242017
 

rosary_2006-01-16Le origini di una devozione

E’ una preghiera semplice, che chiunque può recitare, in qualunque ora del giorno e in qualsiasi luogo. Il fatto che si tratti di una preghiera popolare, però, non deve farci pensare che il rosario sia qualcosa di staccato dalla preghiera “ufficiale” della Chiesa. Basti considerare la sua origine storica. Se sfogliamo le costituzioni antiche di molte comunità monastiche, a un certo punto vi scopriremo un’indicazione particolare, nella quale possiamo scorgere la prima genesi del rosario: chi non era capace di leggere, impossibilitato a cantare i centocinquanta salmi assieme alla comunità, poteva recitare al posto del salterio un certo numero di preghiere. Fu nell’850 che un monaco irlandese introdusse questa tradizione. Per contare le preghiere, i fedeli usavano espedienti diversi come portare con sè, nelle tasche del vestito, centocinquanta sassolini. Ben presto, tuttavia, si iniziarono a utilizzare delle cordicelle con cinquanta o centocinquanta nodi. In principio la preghiera era costituita dalla semplice ripetizione di centocinquanta Pater Noster; in seguito si introdusse  anche il saluto angelico, che costituiva allora la prima parte dell’Ave Maria.       Leggi tutto »

Il creato è una casa comune (G.Carlo Bregantini)

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Apr 292017
 

Fotosearch_k1194745Raccogliamo il severo monito che papa Francesco ha lanciato con la sua intensa enciclica Laudato si’, che imposta in modo stupendo la necessità di una rinnovata coscienza in tutti gli abitanti della Terra.

Tutte le storie cominciano con un “C’era una volta”….un re che aveva una bellissima figlia in età da marito. Un giorno il sovrano comunicò ai sudditi  la data del matrimonio della principessa. In quell’anno, però, le vigne del regno avevano dato pochissima uva. Il vino si era fatto una rarità. Perciò il re – organizzata una grande festa – aveva chiesto a tutti gli ospiti di portare un fiasco di vino come dono di nozze. Lo avrebbero versato in una grande botte, posta proprio in mezzo al cortile del castello. Tutti accettarono, a parole. Ma con grande fatica, in cuor loro.   Leggi tutto »

La porta del sepolcro (Arcivescovo Carlo Ghidelli)

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Apr 222017
 

tomba2Nei racconti della passione, morte e risurrezione di Gesù, gli evangelisti Marco e Matteo ci parlano in maniera esplicita dal sepolcro aperto. La fede non può assolutamente prescindere dai fatti pasquali, perché la Pasqua è il centro e il fulcro irrinunciabile della nostra fede.

Giuseppe di Arimatea. Questo personaggio entra in scena in modo quasi improvviso, nonostante nel contesto degli eventi pasquali svolga un ruolo importante.

Ecco la notizia offertaci da Marco: “Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro” (Mc 15,43-46). Leggi tutto »

LA GRAZIA DELLE DIVISIONI (Fra F. Scarsato)

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Apr 082017
 

francescoIn quest’anno del Signore 2017 soffiamo le cinquecento candeline di due avvenimenti, ugualmente capitati nel lontano 1517. Avvenimenti per certi aspetti anche molto diversi tra di loro, che potrebbero essere successi nello stesso anno per caso. Li accomuna, però, un medesimo Papa, Leone X, che ne è l’artefice o almeno una delle cause in gioco; un medesimo spazio geografico, religioso e culturale, la nostra Europa che così tormentata lo doveva essere anche allora; e l’esito drammatico finale: la divisione in blocchi contrapposti, mica tanto disponibili a farsi concessioni, ma altresì decisamente risoluti a sopraffarsi. Almeno in termini di verità storica e dogmatica. Linee che si spezzano, ricominciando a correre ma dopo tali cesure da determinare corsi storici nuovi e inediti sia per la Chiesa in Occidente che per il movimento francescano. Perché proprio della nostra Chiesa e dell’ordine che fu di san Francesco e sant’Antonio stiamo parlando. Secondo la tradizione, Lutero affisse l’elenco delle sue 95 tesi sul portone della chiesa del castello della cittadina tedesca di Wittenberg, il 31 ottobre 1517. Il frate agostiniano, polemizzando con il Papa sulla questione delle indulgenze, dava il via di fatto a quella che diventerà la cosiddetta Riforma protestante, infine una Chiesa distinta da quella cattolica. Qualche mese prima, papa Leone X, nel tentativo di mettere pace e ordine tra le varie anime che ribollivano e si fronteggiavano nel movimento francescano, ne decretò di fatto la scissione tra frati minori della regolare osservanza e frati minori conventuali, con la bolla Ite vos del 29 maggio 1517. La storia dell’ordine francescano è del resto caratterizzata da continue riforme al proprio interno. Al punto da farne, forse, uno dei movimenti religiosi più inquieti, instabili, eppur costanti, della Chiesa. Riforme vissute ogni volta con la sofferenza della lacerazione della fraternità, ma anche con l’entusiasmo e la speranza di ridare nuova linfa al carisma francescano, stante tempi e luoghi sempre diversi. Leggi tutto »