I testi evangelici proposti nelle tre celebrazioni di Natale, per quanto tra loro differenti, annunciano tutti la bella notizia della presenza di Dio in mezzo a noi. Il vangelo della notte lo proclama così: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Nella vangelo della messa dell’aurora i destinatari dell’annuncio sono i pastori: «Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe, e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro». Il significato di tutto questo è rivelato dal vangelo del giorno: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria…». Le altre letture liturgiche esortano, in modi diversi, ad entrare nel clima del Natale, che per il credente significa un nuovo stile di vita: si tratta di passare dall’oscurità alla luce, di aprirci alla grazia che ci dona di partecipare al “mirabile scambio”, nell’impegno a vivere ogni giorno da figli del Padre. In questo senso l’assemblea eucaristica diventa il nuovo segno della fraternità e armonia tra tutti gli esseri umani che il Natale di Gesù rende possibili.
AVVENTO – IV^ domenica
Il “segno” dell’Emmanuele, di cui parla la prima lettura della liturgia di oggi, rimanda i cristiani alla vera identità di Gesù: egli è per noi il segno per eccellenza della fedeltà di Dio, egli è «sacramento dell’incontro tra Dio e l’uomo». In questo senso la sua venuta inaugura per l’umanità intera un tempo nuovo. La nostra salvezza, che è grazia di Dio, non ci lascia tutta- via passivi e inattivi, poiché Dio non ci salva senza la nostra libera risposta di accoglienza e di collaborazione. Non è “grazia a buon mercato”, poiché pone ogni essere umano davanti alla sua responsabilità nella personale storia di salvezza.
Se il Signore dicesse anche a me – come ha fatto con il re Achaz nella prima lettura – “chiedi un segno dal cielo”, un segno dimostrativo che io, Dio, sono con te – qualche cosa, non so cosa, gliela domanderei, magari soltanto un piccolo miracolo.
AVVENTO – III^ domenica
Il vangelo di oggi è per noi illuminante: la domanda che il Battista rivolge a Gesù, se sia lui il Messia vero o se si debba attendere un altro, ci costringe a riflettere sulle nostre attese, che spesso illudono perché dirette a falsi idoli e a ingannevoli promesse. Nella sua risposta Gesù dichiara il criterio per riconoscere il vero Messia: la vicinanza ai piccoli e ai poveri della terra quale segno della vicinanza stessa di Dio. Le opere buone, che scaturiscono da una fede autentica, sono incoraggiate anche nella prima lettura per infondere fiducia in chi è sfiduciato e per incitarlo a ricuperare la speranza e la capacità di cogliere la novità di un Dio che, se accolto, può dare gioia alla vita. Stessa finalità hanno per noi le esortazioni della seconda lettura ad essere pazienti e costanti, ad aprirci alla fiducia e a rinfrancare i cuori, poiché la venuta del Signore è vicina.
Immacolata Concezione
Sarebbe interessante, e bello, riuscire a vedere la storia dell’umanità dal punto di vista di Dio. Le letture di questa festa dell’Immacolata ci permettono di darvi un’occhiata proprio così, dal punto di vista di Dio; potremmo dire: dall’alto. Proviamo.
“Prima della creazione del mondo…” = questa frase che abbiamo sentito nella seconda lettura indica l’inizio degli inizi; ci dice che da sempre Dio ha un progetto grandioso, meraviglioso, che riguarda l’umanità, che riguarda noi. E’ il progetto in cui Dio ci vuole partecipi del suo amore infinito: ci ha scelti, ci ha chiamati ad essere suoi figli.
Questo è il primo sguardo dall’alto.
AVVENTO – II^ domenica
Il vangelo di oggi ci conduce a riflettere sull’esperienza della fede, alla quale siamo stati introdotti con il battesimo. La figura profetica di Giovanni Battista ci è modello: appare come uno che progredisce a tappe nella conoscenza di Gesù, scopre nella sua persona colui che ci può mostrare il volto di Dio e ricolmarci del suo Spirito, ossia della forza divina che può rialzarci dai nostri peccati. A tale esperienza di trasformazione della vita introduce anche la prima lettura, annunciando la missione del Servo di Dio, scelto come strumento per rivelare la sua gloria proprio nel liberare dalla servitù un popolo di superstiti dell’esilio. Nella seconda lettura Paolo ci parla di una pace donata e insieme di una chiamata di Dio, rivolta a tutta la comunità cristiana, perché sia disponibile all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza a Gesù.
Per il nostro cammino verso il Natale, nelle letture delle Messe troviamo tre guide: il profeta Isaia con le sue visioni piene di speranza, Giovanni il Battista con le sue austere ammonizioni, e nelle prossime domeniche la stessa Madre di Gesù, la vergine Maria. Leggi tutto »