XXXIII^ DOMENICA ORDINARIA

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Nov 122022
 

La fede di fronte ai giorni della fine. Lo sguardo del credente è chiamato ad aprirsi sulla realtà degli ultimi giorni, la fine in cui si avrà la venuta e il giudizio di Dio. Non si deve averne timore ma nemmeno restarne indifferenti; ci volgiamo a questo giorno con fede e speranza, vivendo sempre all’insegna del Vangelo.

Commento di Don Mario Albertini

E’ una catastrofe, quella annunciata dal vangelo di oggi, ma a capirla bene è una buona catastrofe! – e la prima lettura ci aiuta a capirla così: il giorno del Signore sarà “un giorno rovente” per coloro che commettono ingiustizia, ma “per voi, (speriamo di essere noi, questi) per voi cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia”. Come dire: per voi, se mi sarete fedeli, tutto sarà per il bene. Leggi tutto »

XXXII^ DOMENICA ORDINARIA

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Nov 052022
 

La fede nella risurrezione, ovvero vivere in Dio. La prima lettura ci ricorda che la fede nella risurrezione si radica nella fede nel Dio Creatore, che non abbandona la propria creatura ma la tiene in vita, per sempre. Gesù conferma questa stessa verità, rivelando l’amore del Dio vivente, nel quale tutti vivono.

Commento di Don Mario Albertini

Strana questa disputa sulla donna che ha avuto sette mariti – anche se al giorno d’oggi succede che qualche diva del cinema li abbia proprio avuti, sei-sette mariti – o viceversa qualche attore sei-sette mogli – e certo non si pongono il problema dell’aldilà. Ma la disputa parte da un interrogativo serio: cosa c’è oltre la morte? Leggi tutto »

XXXI^ DOMENICA ORDINARIA

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Ott 292022
 

La prossimità di Dio genera conversione. Il Creatore non è indifferente alle sue creature ma le ama e le custodisce, con il desiderio di condurle al loro compimento. È questa la dinamica della conversione anche nel Nuovo Testamento, che inizia con lo sguardo d’amore di Gesù e arriva al pentimento del peccatore.

Commento di DON MARIO ALBERTINI

Prima è detto che Zaccheo cercava di vedere Gesù, e poi Gesù lo guarda e infine dice che era lui che stava cercandolo. Due sguardi – due ricerche. Ecco il racconto del vangelo: Zaccheo vuole vedere Gesù, e con una maniera piuttosto insolita per un alto funzionario del fisco com’era lui, si arrampica su una pianta, certamente vincendo anche un po’ di vergogna… Ma ecco che è Gesù lo chiama per nome, e si auto-invita a casa sua. E alla fine dice che lui era “venuto a cercare e salvare ciò che era perduto”. Ed è proprio così anche per noi: se si cerca il Signore con sincerità, nella riflessione e nella preghiera, non saremo noi a trovare lui, sarà lui che troverà noi. “Io ti cercavo, o Dio, – scrive sant’Agostino – e tu eri già con me!”. Leggi tutto »

XXX^ DOMENICA ORDINARIA

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Ott 222022
 

La preghiera, frutto di una fede autentica. Avere fede non significa solo “conoscere” una dottrina, bensì instaurare una relazione di fiducia con il Signore, certi ch’egli sempre ascolta ed esaudisce le nostre suppliche. È questo il senso della preghiera costante, forma pratica di una vita all’insegna della fede.

Commento di don Mario Albertini

Il brano del vangelo rimane in sospeso, con un interrogativo che aspetta una risposta: “quando il Figlio dell’uomo (che è Gesù stesso, giudice alla fine dei tempi) verrà, troverà ancora fede sulla terra?”. L’interrogativo non è retorico o di pura curiosità, ma è chiaramente provocatorio, e potremmo riformularlo così: se Gesù venisse ora, troverebbe fede? – e più concretamente ancora: troverebbe fede in me? Leggi tutto »

XXVIII^ DOMENICA ORDINARIA

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Ott 082022
 

Riconoscere la grazia, per rendere grazie. Il fondamento e l’origine della fede è il riconoscere l’agire sorprendente di Dio che sempre ci anticipa, ci salva e ci fa grazia. È questa l’esperienza di Naaman il Siro e dei dieci lebbrosi del vangelo lucano; da questo scoprirsi “anticipati” nasce la fede in colui che sempre «rimane fedele» e si prende cura di noi.

Commento di don Mario Albertini

‘Tornare’, ritornare, è un verbo che nel vangelo ha un significato che va oltre a quello che si coglie direttamente. Indica un ritorno fisico, ma anche un ritorno interiore. Ad es. nella parabola del figlio prodigo, il ritorno alla casa del Padre significa il suo ritorno all’amore del Padre. Troviamo questo verbo anche nell’episodio che abbiamo sentito in questa pagina del vangelo: “Uno dei lebbrosi, vedendosi guarito, tornò indietro…” e poi Gesù domanda: “Non si è trovato chi tornasse, se non questo straniero?”. Leggi tutto »