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Dic172022
Un evento fatto di profezia, carne e Spirito. L’annuncio di Isaia al re Acaz trova compimento nell’annuncio dell’angelo a Giuseppe. La venuta del Salvatore è un evento che porta in sé il compimento delle profezie, è il farsi carne della promessa per opera dello Spirito.
Commento di don Mario Albertini
Se il Signore dicesse anche a me – come ha fatto con il re Achaz nella prima lettura – “chiedi un segno dal cielo”, un segno dimostrativo che io, Dio, sono con te – qualche cosa, non so cosa, gliela domanderei, magari soltanto un piccolo miracolo. Il re Achaz invece non ha avuto il coraggio o la fantasia di chiedere, e Dio stesso allora gli dice: te lo darò comunque un segno, misterioso ma straordinario: “la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”, nome che significa “Dio con noi”. Leggi tutto »
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Dic112022
La gioia profetica della venuta del Signore. La gioia pervade l’odierna liturgia della Parola. Il profeta Isaia reca un messaggio di speranza e di giubilo annunciando il giorno del Signore; Gesù lega a sé questa felicità ed elogia l’operato del Battista, l’ultimo profeta a riconoscere l’avvento di Dio nel mondo.
Commento di Don Mario Albertini
“beato colui che non trova in me motivo di scandalo”. Cosa ha voluto dire con questa frase, Gesù? Molti suoi contemporanei si scandalizzavano perché lui si diceva l’inviato di Dio. Ebbene, dice Gesù, sì, sono l’inviato di Dio ed è beato chi lo riconosce. Leggi tutto »
Il giorno che porta la conversione. Isaia descrive il giorno del Signore con immagini apocalittiche di gioia, pace e armonia. È questa la nuova creazione inaugurata dall’avvento del Figlio, ma essa è anche un richiamo al giudizio ultimo e alla conversione, come dice il Battista.
Commento di Don Mario Albertini
Per il nostro cammino verso il Natale, nelle letture delle Messe troviamo tre guide: il profeta Isaia con le sue visioni piene di speranza, Giovanni il Battista con le sue austere ammonizioni, e nelle prossime domeniche la stessa Madre di Gesù, la vergine Maria. Continue reading »
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Nov262022
Vigilanti per il futuro. La preparazione a celebrare la prima venuta del Signore, ci invita a guardare alla sua prossima venuta nella gloria. Dobbiamo essere vigilanti, perché l’ul- timo giorno tutti i popoli saranno radunati, ma ciascuno, singolarmente, verrà giudicato dal Figlio dell’uomo.
Dove sono i sentieri del Signore?Nella prima lettura è detto: il Signore “ci indichi le sue vie, così che possiamo camminare per i suoi sentieri”. E poi anche: “Camminiamo nella luce del Signore”. Ci viene dunque proposto un cammino per i sentieri del Signore – nella luce. Questa duplice indicazione dovrebbe caratterizzare questo mese, che liturgicamente è detto avvento, cioè preparazione a quella venuta del Redentore che rivivremo il giorno di Natale, preparandoci però anche all’incontro definitivo con lui. Perché Gesù non sta dietro a noi, nel passato, ma sta davanti; dobbiamo invocarlo “Vieni, Signore Gesù”, e di fatto lui vi viene incontro e noi dobbiamo muoverci verso di lui. E’ di questo che parla Gesù nella pagina del vangelo.
Dunque: “Camminare per i sentieri del Signore”. La parola sentieri evoca un percorso che può essere difficile, ma che porta in su, verso il sereno.
L’invito a camminare per i sentieri del Signore è, ancora una volta, appello alla nostra libertà. La libertà non è fare ciò che si vuole, ma essere capaci di fare le scelte giuste. Noi siamo di continuo nella necessità di scegliere, e ogni scelta, anche nel piccolo, ha delle conseguenze per il futuro. Le scelte giuste non sono quelle che vengono proposte dalla pubblicità, dalla moda, da chi ha la voce più suadente, ma sono quelle che sono orientate al bene, al meglio. Però c’è da fare una scelta fondamentale, quella che dà colore e valore a tutte le altre: aprire il cuore all’amore di Dio che si rivela e si dona in Gesù.
Ho cominciato col chiedere: dove sono questi sentieri del Signore? Ebbene, saremo noi a scoprirli, dentro di noi, se ci mettiamo nella luce del Signore.
Le quattro candele che gradualmente verranno accese nelle quattro domeniche che ci preparano al Natale stanno ad indicare che il nostro cammino per incontrare il Signore Gesù nella celebrazione natalizia è, deve essere, un cammino di luce. La luce viene a noi dalla Parola di Dio, quella che ascoltiamo nella liturgia della Messa, ma pure quella che con buona volontà vogliamo ascoltare anche leggendo per conto nostro a casa qualche frase del vangelo. Sarebbe un impegno facile e bello, questo: ogni giorno, una frase del vangelo che illumini la nostra mente e il nostro cuore. Questa luce porterà a rendere vera anche l’espressione che abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: andiamo con gioia incontro al Signore. Luce e gioia come caratteristiche del cammino dell’avvento. Si tratta della virtù della speranza, la speranza di venire immersi, un giorno, nella luce trasformante che è Dio, in paradiso.
In questo modo riusciremo a obbedire all’esortazione di Gesù, sentita a conclusione della pagina del vangelo: “state pronti”. Stare pronti per operare bene e per il bene, e allora ogni giorno riconosceremo la presenza di Dio nella nostra vita. Se camminiamo davvero per i suoi sentieri, siamo certi che il Natale sarà più ricco che mai di luce, di gioia, di grazia, di amore. Gesù dice a noi: State pronti! Noi diciamo a lui: Vieni, Signore Gesù.
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Nov192022
La croce, segno regale di salvezza. Il cuore della liturgia della Parola di quest’ultima domenica dell’anno liturgico ci insegna come guardare al Crocifisso, riconoscendo in lui il Salvatore e redentore, colui nel quale fin dall’inizio è pensata la creazione, il re unto da Dio, compimento della regalità di Davide.
Cosa vuol dire in questa domenica, che chiude l’anno liturgico, celebrare Cristo re dell’universo? Vuol dire riconoscere che Cristo è il culmine della storia, il punto d’arrivo della storia di tutta l’umanità e delle nostre piccole storie, riconoscere che in lui, nel Cristo, tutto trova senso e pienezza. Le preghiere liturgiche di solito terminano con l’affermazione: “Egli vive e regna nei secoli dei secoli”; questa insistenza è per evidenziare che la regalità di Cristo non è un modo di dire, ma una realtà. Egli vive e regna. Leggi tutto »