Ago 162021
 

La custode del dono di Dio. La liturgia della Parola nel giorno dell’Assunzione mette al centro la donna che ha custodito e accolto il dono di Dio per l’umanità. Modello di umiltà e di preghiera, la Vergine è la prima testimone del miracolo dell’incarnazione e «serva» fedele dell’unico Dio Salvatore.

Commento di don Mario Albertini 

“tutte le generazioni mi chiameranno beata”: Con la liturgia di oggi, che è tutta un inno di lode a Maria,  diamo realizzazione solenne alla sua profezia. La chiamiamo  beata per tutti i doni che Dio le ha dato, e oggi per il dono  della sua assunzione in cielo “in corpo e anima”. Maria,  scelta a diventare la madre di Dio che si faceva uomo, per  questa maternità doveva diventare partecipe della gloria del  Figlio suo con una immediata risurrezione e glorificazione,  senza essere sottomessa alla legge della “corruzione del  sepolcro”. Questo è l’evento che celebriamo, per il quale ci  uniamo a tutta la comunità cristiana nel chiamarla “beata”. 

 L’immediata risurrezione è un privilegio tutto suo, al  seguito della risurrezione di Gesù.  Ma tutti risorgeremo. Non comprendiamo come, ma ci è  stato rivelato che sarà così. E allora, come ci dice la liturgia, Maria assunta in cielo  diventa “segno di sicura speranza”. 

 Speranza di che cosa? 

 1 – In primo luogo speranza che nella lotta tra il bene e il  male, di cui si parla nella prima lettura, vincerà il bene.  Ora, la lotta tra il bene e il male non avviene in astratto, tra  due potenze anonime, ma passa attraverso ciascuno di noi.  Ce ne rendiamo conto per esperienza, e per questo nel Padre  Nostro invochiamo “liberaci dal male”; e proprio guardando  a Maria coltiviamo la speranza di essere capaci di voler  bene, di volere il bene, di far vincere il bene sul male in noi  e attorno a noi. 

2 –  Speranza poi che si adempiano le affermazioni del cantico  del Magnificat. In questo cantico i verbi sono al passato, ma noi lo possiamo far nostro guardando in avanti: noi speriamo  in un mondo in cui i potenti e i superbi saranno abbassati, in  cui i piccoli e i poveri saranno tirati fuori dalla loro  umiliazione. A guardarci d’attorno ci ritroviamo pessimisti. Ma anche  questa speranza si realizzerà se noi ci impegniamo a rendere  il mondo più giusto, se noi ci impegniamo davvero a favore  dei bisognosi, se noi lottiamo per la verità.  

3 – Speranza infine che “per l’intercessione della Vergine  Maria giungiamo alla gloria della risurrezione” (dalla  liturgia), cioè ad essere pienamente partecipi della felicità  del paradiso, con lei e con tutti i nostri cari. 

Ecco: mentre così vogliamo dare gloria a Maria, sentiamo  di poterci rivolgere a lei per chiedere la sua intercessione: lo  facciamo con tanta fiducia, perché sappiamo che lei ci vuole  bene con amore materno.

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