Set 042015
 

(Spunti per una condivisione di vita)

1.    L’ESEMPIO  DEL  FONDATORE.

foto p. rossetto - roma luglio 1932 001Sento forte e assoluto il bisogno di essere dimenticato il più possibile e da tutti; di vivere solo con Gesù e come Gesù Eucaristia, adorando, riparando, ringraziando, pregando, amando, offrendomi sempre, e consacrandomi tutto alla sua gloria, come a Lui piace, e con Lui e per Lui alla gloria del Padre.

Tolto dalla vita di missione e, potrei dire, anche di ministero, giacché a S. Marcello pare non vi sia nulla da fare, ho compreso che si può vivere e glorificare Dio in un modo non visto, ma pur reale, non del momento ma eterno, non di vanità e peccato, ma di gioie pure, vere, sante, celesti, assieme agli Angeli e agli spiriti cari che, sciolti dal corpo di corruzione, ci hanno preceduti.

Trovo che questa è vita più di ogni altra vita.

Mi dolevo della mia inutilità, insufficienza e impotenza; ma ora ne godo, sono più libero, più quieto, più in Dio, di Dio.

Rumino queste parole di Gesù: “Come il  Padre ha mandato me ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, lui pure vivrà per me”.  Ecco tutto: vivere per Gesù e con Gesù e come Gesù per il Padre.  (Lettera a D. Giovanni Rossetto  –  Roma 31.7.1914)

Cosa dice a me e alla Famiglia, oggi, l’esempio di P. Rossetto che sente “forte e assoluto il bisogno… di vivere solo con Gesù e come Gesù Eucaristia”?

Come io vivo, in Cristo Eucaristia, i miei periodi di “inutilità, insufficienza e impotenza”?

 2.            EUCARISTIA  E  PATERNITÁ  DI  DIO.

La Comunione è un bacio del Creatore con la creatura.  …..

Ma che cosa viene a fare Dio in te?   Sai che cosa viene a fare?

Viene prima a saziarti, e saziare il tuo cuore, la tua anima – a lavarti, purificarti, santificarti, a consacrarti, a divinizzarti. Esso deve farti erede delle sue ricchezze: perciò viene a morire dentro di te, a consumarsi, e, nelle sua morte dentro di te, a darti sempre nuovo e sempre più forte e vivo diritto ad esser Figlia di Dio, Figlia del Padre Suo.

Viene a gridare dentro di te il Nome del Padre suo! Oh, l’espressione che mi piace tanto! (Egli viene) a far che il Padre  – ch’è eternamente, beatissimamente Padre nella generazione del Figlio suo connaturale nell’Amore dello Spirito Santo – sia più Padre, per una più estesa, più ampia generazione di adozione nello stesso Figlio suo e nello stesso Amore, lo Spirito Santo.

É l’Amore per il Padre che muove Gesù, sempre, sempre: Egli viene perché il Padre possa manifestarci il suo amore di Padre e noi – sue creature, predestinate, nel suo amore, ad essergli figlioli – potessimo divenire suoi figlioli, e con quella stessa bocca e con quello stesso cuore potessimo più e più gridare a Lui, anche dal profondo di questa povera terra, il grido che più gli piace, che più Lo soddisfa, che più gli dà gioia, che canta le sue massime perfezioni, che Lo fa sorridere, che  Gli commuove il cuore: Abba, Pater!

Sa, Gesù, quanto piaceva al Padre suo sentirsi chiamare così nella casetta di Nazareth, da Lui, da Maria, da Giuseppe, e vuole che tutte le bocche, che tutti i cuori si riempiano di questo grido, e che il cielo ne risuoni, e che il Padre ne goda. Non solo per sentirsi chiamare Padre, ma per essere più e più Padre  –  perché noi non solo ci chiamassimo “figli” – ma figli di Dio fossimo: “Ut filii Dei nominemur et simus”. (Esercizi  –  24.10.1928)

Figlia/o nel Figlio, per la gloria del Padre: in che modo l’Eucaristia sostiene e rinnova quotidianamente la mia spiritualità filiale, il mio rapporto con il Padre?

 3.             EUCARISTIA  E  SECOLARITÁ.

Seppe Iddio trovarsi un ricettacolo ancora più piccolo e più vicino agli uomini fra i quali disse essere sua delizia di abitare; anche più nascosto, più umile, più umano.

Pare che Iddio bramasse di avvicinarsi all’uomo, quasi di farsi umano. Giunse a farsi uomo e assunse la nostra carne umana ed abitò fra noi, così intimamente che di più non è possibile immaginare, nel seno castissimo della Immacolata; e passò alla culla, alla casetta di Nazareth, alle borgatelle della Palestina.

E dovendo risalire al cielo, trovò un miracolo ancora possibile alla sua sapienza e potenza, al suo amore, per rimanere ancora e sempre sulla terra, ancor più piccino, ancora più piccola cosa, quasi proprio una cosa piccola, piccola, un pezzetto di pane, leggero, leggero, quasi trasparente: e perché così? Per potersi dare, e potersi chiudere dentro in un petto, in un cuore, confondersi, consumarsi, finire così, dato, donato, mangiato, assimilato.

Con tutto ciò appare chiaro come Dio abbia mostrato una sua grande preoccupazione o predilezione: quella di racchiudersi, di entrare nelle intimità, di darsi, così da scomparire perfino. L’Immenso allora scompare e gli spazi si annullano, le stelle svaniscono. Io ho il mio Dio dentro di me, io sono più grande del mio Dio se valgo a contenerlo, se l’ho attirato dentro di me, e lo faccio mio, se lo faccio vivere in me.

Noi Figli di Dio, dobbiamo sempre aver di mira e tener presente che, adottati dal Padre in figlioli, lo potremo essere solo sull’esempio ed imitazione del Figlio di Dio vero e connaturale. Il Verbo era in Dio, ed era Dio. Ecco la sua Clausura, il seno del Padre in cui vedeva tutto ed amava, amato e visto dal Padre.

La gloria del Padre e la nostra Redenzione lo trasse di là in terra.

Qui si è formato un’altra Clausura, il seno di Maria; e poi il Tabernacolo, il nostro cuore e l’abiezione, quasi una Clausura che può sempre portare con sé, silente, umile, nascosta, inosservata. Egli regna nel mondo e nei cuori, passa per le strade chiuso eppur palese nel cuore dei suoi, nel loro contegno, nella loro virtù, nel loro zelo: è sempre il Cristo nascosto e palese, entro e fuori della sua Clausura  (Clausura  –  1930)

L’Eucaristia è l’espressione massima della predilezione di Dio a “scomparire”, del suo “grande desiderio di Clausura”  –  è così che Egli “passa per le strade, chiuso eppur palese nel cuore dei suoi”.

Come Essa aiuta, motiva e da forza nuova alle mie ‘piccole missioni’ di ogni giorno?

4.           EUCARISTIA  ED  UNITÁ  DELLA  FAMIGLIA.

Abbiamo comunicato alla Carne al Sangue del Fratello, dello Sposo nostro, del Figlio del nostro Padre. Oh sì, comunichiamo anche a vicenda le nostre anime.  …..

Vero che facciamo un’anima sola? Ecco, ed è qui la nostra forza.

Essere un’anima sola, un cuor solo, un sangue solo con il sangue del Figlio di Dio.

Quanto c’è bisogno di questa unione, di questa comunione  –  comune unione.

Qui è proprio tutta la nostra forza, perché abbiamo con noi, allora, il principio della Forza, la Forza stessa.

Ecco, la nostra Famigliola è intesa come una Famiglia, e godo, proprio godo nel vedere che questo disegno tanto vagheggiato, si viene realizzando, o meglio è sempre stato realizzato, non si è guastato, anzi, con la pratica si è confermato e avvalorato.

Qualcuno avrebbe potuto dire: non è possibile; e qualcuno l’aveva anche detto: – Padre, non si illuda, non è possibile, bisogna dare alcune linee, pur larghe, dentro le quali si possa vivere con una certa elasticità, agiatezza…”.  Qualcuno temeva che si sarebbe stati troppo rigidi, qualcuno troppo molli.

Se bene si intende lo spirito della Famiglia, non composta per carne e sangue, di terra, ma legata con la Carne e il Sangue del Figlio di Dio, oh allora la Famiglia deve realizzarsi e rimanere. Elasticità tanta, rigidezza anche tanta.

Tutto però, ecco, sempre lì, nella volontà, nell’intendersi, nell’amore al Padre nostro, al Fratello, allo Sposo.   Non sarà capace questo Amore nei nostri cuori, di fare quello che un amore umano fa di altri cuori? (cfr. 1 Gv 4,7ss.; 1 Tess 4,9).  (Lettera 14.3.1930)

           Il sogno di P. Rossetto di una Famiglia unita ha come base l’Eucaristia: egli la pensa “legata con la carne ed il Sangue del Figlio di Dio”.  A partire da questa base, egli desidera “elasticità tanta, rigidezza anche tanta”.

Come questo può essere luce per il nostro presente e per il nostro futuro di Famiglia?

5.            EUCARISTIA  E  MARIA,  “MAESTRA, SACERDOTE, MADRE”.

L’Eucaristia memoriale della Passione coinvolge Maria Addolorata.

Questo divino Sacramento è il  memoriale della Passione di Gesù.     …..

Su ogni Tabernacolo sta eretta una croce. Oh! si; dire: Eucaristia, è lo stesso che dire Passione.  Dolci parole entrambe: due parole, ma un solo significato, cioè amore fino al dono, fino alla morte.

In quella Passione due figure campeggiano sublimi: Gesù e Maria; non Gesù solo, perché non parve cosa buona a Dio che l’uomo fosse solo: Gesù Redentore, Maria Corredentrice.

Gesù operatore principale, Maria come parte integrante.

La Passione coinvolge così queste due sublimi figure da farle apparire come una figura sola in cui l’una completa e nobilita ed ingrandisce l’altra. Gesù è la Vittima e Maria si assume l’Ufficio di Sacerdote.

Oh! il mistico Sacerdozio di Maria!

Maria fa scendere il Verbo dal cielo in terra con la sua purezza, con la sua umiltà, con la sua ardente carità: è ufficio di Sacerdote.

Maria lo mostra neonato fra le sue braccia e lo eleva all’adorazione dei primi fedeli: i Pastori, i Re Magi; essa è l’ostensorio vivo: è ufficio di Sacerdote.

Maria lo porge in seno a quei primi fortunati: è ufficio di Sacerdote.

Maria lo trafuga in Egitto, lo addita maestro nel Tempio, lo predica Dio sulla ascesa del Calvario, lo assiste sotto la croce: è sempre ufficio di Sacerdote.

Il Sacerdozio di Maria, però, rifulge più bello e più caro quando, deposto Gesù benedetto dalla Croce, essa lo riceve sulle sue ginocchia e lo bacia e lo lava con le sue lagrime tenerissime di Madre. E’ la scena della Pietà. E’ là che Maria si rivela la Depositaria di Gesù morto, dell’Agnello sgozzato, del grano di frumento divenuto pane sostanzioso, di Gesù annientato, sfigurato, trasformato, della Vittima bruciata, arsa dalla fiamma della sua carità. E’ là che Maria nuovamente mostra Gesù ai fedeli tutti, tutti chiamando ad adorarlo. E’ la che Maria predica con la voce più efficace l’amore di Lui e a Lui lega le anime che hanno sete di amore.   …..     Oh! intendetela bene, o fratelli, la Madre addolorata in questo che è il più grandioso, il più tenero e il più divino dei suoi dolori.

Maria è qui assisa quale Maestra, quale mistico Sacerdote e quale Madre dell’umanità.

Maestra: e il suo linguaggio prende una forza che supera ogni autorità di umana sapienza perché Ella tiene in grembo la Via, la Verità, la Vita, Colui che disse: “ Io sono la luce del mondo”.

Sacerdote: Gesù è la grande Vittima, l’unica Vittima sufficiente.

Madre: Gesù Figlio di Dio si fece uomo per l’uomo figlio di Dio e suo fratello. Essa ha generato il grande nostro fratello.

Avvicinatevi dunque a Lei e da Lei, non già dalle mie mani, ricevete la Verità, la Luce, la Vittima, il Fratello.(Settembre 1916)

           Eucaristia e Maria: non due ‘devozioni’, ma forza ed esempio di Vita  –  Vita sempre sacerdotale e filiale.

Come questo è presente nella mia vita personale e come può diventare stimolo per una sempre più vera Vita  di Famiglia?

 

INDICAZIONI  PER  L’UTILIZZO

            Quelli che presentiamo sono testi di P. Rossetto, scelti perchè in essi si può cogliere un  rapporto di alcuni aspetti del nostro carisma con l’Eucaristia.

Sono offerti come spunti di riflessione personale, e possono costituire un punto di partenza per lo scambio fraterno previsto per la mattinata di giovedì 23 giugno p.v., nell’incontro tra Fratelli e Sorelle a Monte Senario.

            Si desidererebbe che tale ‘scambio fraterno’ non fosse esposizione di teorie o discussione di concetti, ma CONDIVISIONE DEL NOSTRO VISSUTO, personale e di Famiglia. 

Si può quindi, in preparazione a quell’incontro, riflettere sulla nostra vita personale o di Famiglia, partendo dall’uno o dall’altro dei testi riportati e focalizzare quell’aspetto del nostro carisma che pensiamo sia poi utile condividere con Sorelle e Fratelli.

Le domande poste dopo i singoli testi sono appena indicative: la riflessione personale ed il conseguente scambio di Vita a Monte Senario potranno spaziare su quanto lo Spirito ispirerà… 

Da una semplice ma vera “condivisione di Vita” apparirà chiaro che il “sogno” di P. Rossetto, iniziato appunto a Monte Senario, continua vivo,  per la gloria del Padre. 

Sorry, the comment form is closed at this time.