Mar 152020
 

donmarioalbertiniVi darò uno spirito nuovo. La donna samaritana che incontra Gesù è immagine di noi: la sua ricerca dell’acqua che fa vivere richiama il nostro battesimo. Non ci salviamo da noi stessi, la salvezza è dono a cui possiamo soltanto aprirci.
Commento di don Mario Albertini
  Se tu conoscessi il dono di Dio! – e poi: Se tu conoscessi chi è colui che ti parla. Dopo il primo scambio di battute, così Gesù dice a quella donna cui ha chiesto da bere.
  Nel colloquio riportato dal vangelo c’è un progredire di conoscenza – un progredire che può avere riscontro anche in noi, perché quel “se tu conoscessi” è un invito che da Gesù arriva sino a noi.  In un primo momento la donna si chiede se Gesù sia più grande dei personaggi che hanno costruito la storia di Israele: “Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe?”.
  Che Gesù sia un grande personaggio lo riconoscono anche molti che non hanno la fede ma che ritrovano, nelle parole e nella vicenda storica di Cristo, la prova della sua grandezza.


  Poi, la donna sente che Gesù parla con un’autorità che non è solo umana e intuisce in lui qualcosa che viene da Dio: “Vedo che sei un profeta”, afferma. Profeta non significa uno che dice il futuro, ma uno che parla a nome di Dio, che annuncia la verità, che denuncia le ingiustizie e il male, che esorta al bene, sempre mosso interiormente dalla ispirazione divina.
  Riconoscere che Gesù è un profeta vuol dire rendersi conto che le sue parole sono di un Maestro illuminato dall’alto, che insegna la verità della vita, e che scuote le nostre coscienze. Non solo quindi un grande personaggio, ma uno che è in rapporto intimo con Dio… Ma non basta.
  La donna, sempre più scossa dal colloquio cominciato con una semplice richiesta di un po’ d’acqua ma che è diventato inquietante per lei, arriva a porre a se stessa la domanda che è fondamentale, per lei come per tutti gli israeliti: “che sia forse il messia?”. Messia significa inviato da Dio, che porta la giustizia e la pace, messia atteso da sempre, e dagli ebrei atteso ancor oggi.
  Sì, Gesù è in realtà il messia, cioè il punto d’arrivo delle attese, delle aspirazioni profonde di tutta l’umanità, e il cambiamento da lui portato non è nella esteriorità, ma all’interno della coscienza.

  Dunque, tre passaggi graduali: un personaggio insuperato, un profeta, il messia. Ma il cammino per conoscere Gesù richiede un altro passo ancora. Alla fine della pagina evangelica è raccontato come i concittadini della donna dopo aver ascoltato Gesù arrivano a questa conclusione: “Lo abbiamo udito, e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo”.
  L’episodio termina con questa che è l’espressione di una conoscenza di fede: Gesù è il Salvatore del mondo e quindi il mio Salvatore, perché libera me dal male, dal peccato, e dona a me l’amore del Padre che è nei cieli, come è detto nella seconda lettura: “Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché Cristo è morto per noi”.
“Se tu conoscessi il dono di Dio”. Conoscerlo sempre meglio, mediante la preghiera, nel vangelo, nell’obbedienza alla sua parola, nella carità. Se tu mi conoscessi: è l’invito personale che Gesù rivolge a te, quest’oggi.

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