Mar 302019
 

desertoI Santi sono pellegrini. E nel loro cammino scelgono sempre l’umano, invece del disumano.

La santità non è tra le parole preferite del vocabolario dei cristiani. Sembra priva di appeal, suscita forse un po’ di ammirazione per qualche personaggio straordinario, ma ai più incute timore ed estraneità, un senso di irraggiungibile… Gaudete et exultate di papa Francesco racconta invece la santità come qualcosa di vicino  e cordiale, la santità della porta accanto. Vista non come un elenco di conquiste ardue sul sesto grado della vita morale, ma come una strada lastricata di sorprese che ti tolgono il fiato, e che ti aprono davanti la vita buona, bella e beata. I santi sono uomini e donne belli e felici, che irradiano una lucente gioia di vivere.

Sono pellegrini che, dice il salmo 84,6, hanno una strada nel cuore: felice l’uomo che ha sentieri nel cuore. Che cammina nei campi della vita, non sta seduto a terra, mentre la storia gli scorre accanto, ma si alza e va, dietro a una stella polare, a un sogno di mondo migliore. Non siamo al mondo per esser immacolati, ma incamminati. La Evangelii gaudium ci incoraggia: non alla paralizzante paura di qualche sbaglio lungo la strada, si invece alla sana paura di restare immobili e seduti, nel triste individualismo di un cuore comodo e avaro.

Alzati, coraggio, ti chiama, così la folla al cieco di Gerico. Così a tutti noi, voce dell’umanità e voce di Dio. Ti alzi, ti incammini verso una Parola che ti chiama, che trema nell’aria, che non vedi, e per prima cosa fai l’esperienza del coraggio della libertà: nel Pantheon greco, nell’Olimpo della religiosità antica, non c’è un Dio della libertà. Ma c’è nella Bibbia: io sono Colui che ti ha liberato dall’Egitto. Casa di Dio siete voi se custodite libertà e speranza (Eb 3,6). Casa, tempio, santuario, tenda, carne di Dio nel mondo, vero santo è colui che irradia libertà e speranza ed è così che porta Dio nel mondo. (Continua)

 

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