Gen 122019
 

donmarioalbertiniLa missione del Figlio. La fede accolta nel sacramento del battesimo permette la partecipazione alla missione stessa di Gesù quale Figlio amato dal Padre. Il rapporto di amore tra Gesù e il Padre diventa il modello anche per la nostra relazione di fede: il dono del suo Spirito trasforma la nostra vita, rendendoci figli amati.

Commento di don Mario Albertini

“Il cielo si aprì” – scrive l’evangelista.  Per noi forse è un’espressione che non dice niente, dal momento che l’uomo è entrato negli spazi e li sta esplorando con telescopi e satelliti. Ma nel linguaggio biblico è un’espressione religiosa importante.

La parola ‘cielo’ non sta ad indicare un luogo lassù, ma la trascendenza di Dio, il fatto cioè che Dio non è misurabile dalla nostra intelligenza. E’ quello che intendiamo quando preghiamo: Padre nostro, che sei nei cieli. Cioè: sei vicino, sei presente con il tuo amore paterno, ma sei sempre infinitamente più grande di quanto possiamo immaginare, più grande soprattutto nel volerci bene.

Dire allora che ‘il cielo si aprì’ significa che questo Dio, totalmente altro da noi, si fa presente nella storia, si comunica a noi, crea un rapporto con noi, e lo fa mediante Gesù Cristo.

Allora il fatto che ‘il cielo si aprì’ è già un invito a noi ad essere a nostra volta aperti all’invisibile, al soprannaturale. Non è importante solo ciò che si vede e si tocca, ma anche e più quello che va al di là dei sensi ed è oggetto della fede: precisamente Dio e il suo rapporto con noi.

E’ in questa fede che possiamo capire l’episodio narrato nel vangelo.

Gesù si fa battezzare da Giovanni: è un rito di purificazione che il Battista faceva compiere come segno di conversione. Gesù non ne aveva bisogno, ma vuole sottomettersi perché vuole essere partecipe della nostra povertà, e dimostra così di comprendere la nostra situazione di peccatori.

Al momento in cui esce dalle acque del Giordano avviene il fatto straordinario: il cielo si aprì, e mediante due segni si manifesta il contatto tra Dio e l’umanità:

lo Spirito di Dio scende su di lui in apparenza corporea;

la voce del Padre dice: Tu sei il mio figlio prediletto. Lo Spirito che si posa su Gesù è una investitura, in quel momento Gesù riceve l’incarico per iniziare la sua attività – e la voce che si sente è una proclamazione che invita noi alla fede, a credere che in realtà Gesù è il Figlio di Dio.

Tutto quello che avverrà dopo, le parole, i miracoli, la passione, la morte, la risurrezione… in tutto Gesù è l’inviato del Padre ed è sostenuto dallo Spirito Santo, ed è così che noi lo dobbiamo incontrare.

Battesimo di Gesù. Non possiamo non pensare al nostro battesimo, che ci ha resi figli di Dio, ed è doveroso ricordarci che pure per noi con il battesimo “il cielo si aprì”, e che pure a noi è stata data una investitura: quella di vivere da figli, sapendoci amati da Dio.

 

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