Mag 262018
 

trinitaCredo nello Spirito che vive e opera nelle profondità del cuore, per trasformarci a immagine di Cristo. Lo Spirito rende i credenti gravidi di Cristo e di Vangelo. Gesù, una notte, offre a Nicodemo una delle parole più alte della vita spirituale: Chiunque è nato dallo Spirito è Spirito. Noi tutti nati dallo Spirito nel battesimo, siamo Spirito. Con tutte le mie resistenze, con tutta la mia fragilità, io sono spirito di Dio. Con tutti i miei problemi e i mille dubbi, io sono  casa dello Spirito e sua creatura: mi prende dentro il suo gorgo di luce, per nuove nascite. Lo Spirito genera figli, secondo la sua specie.

A Pentecoste è accaduto qualcosa che ha rigirato come un guanto gli apostoli: un gruppo deluso che si sta sfaldando, impaurito e barricato in casa, improvvisamente trova l’audacia di uscire ad affrontare la città, la città che uccide i profeti, predicando a viso aperto qualcosa che sfida ogni ragione: quel Gesù che voi avete ucciso è risorto! E non erano professionisti della parola, solo dei pescatori; non si appoggiavano sulla loro eloquenza, ma su qualcosa che ha armato di luce e fuoco il loro cuore, li ha riempiti fino a farli sembrare come ubriachi, di calore, di gioia, di slancio. Lo Spirito inventa futuro, inventando profeti. Nella Bibbia la sua azione è  raccontata per simboli. Il vento, che riempie tutte le forme e passa oltre, non si ferma e non riposa, porta pollini di primavera e disperde le ceneri delle cose morte. Simbolo di libertà e di spazi aperti, soffio che fa nascere i cercatori d’oro. Mentre tu sei impegnato a tracciare i confini di casa tua, lui spalanca finestre, ti apre davanti il mondo, chiama oltre. Io sono la vela, lo Spirito è il vento: mi alzerò a catturarne il soffio, fino a diventare anch’io vento nel vento. Il fuoco: apparvero loro come lingue di fuoco; in esse sono riassunti tutti gli altri simboli di Dio. Il fuoco è luce, calore, energia, trasformazione; è il bruciore del cuore provato dai discepoli di Emmaus, l’invisibile fiamma che ci permette di vivere accesi. Noi nasciamo accesi, i bambini sono accesi, poi i colpi della vita sembrano spegnerci. Ma abbiamo una sorgente di fuoco cui attingere, un fiume di fuoco che brucia le cose morte e le fa risorgere in luce e calore. Che si posa su ciascuno e ogni lingua di fuoco accende un cuore, sposa una libertà, consacra una individualità, un carisma unico. La Chiesa allora diventa invenzione, poesia creatrice, ricerca. Lo Spirito è creatore e vuole creatori. Il terremoto: è il dinamismo che raggiunge perfino le viscere della terra, Dio che colma e muove le profondità del creato. Il terremoto indica le doglie di parto in cui geme la madre terra, e insieme la danza del nuovo che nasce e muove i primi passi incerti.

San Paolo dice che lo Spirito in noi geme. Questo gemito è il bisogno universale di salvezza che prega e trema in noi e in ogni creatura. Quando, ad esempio, ci è capitato di reagire con aggressività, di rispondere con durezza e siamo stati male, ecco era lo Spirito che gemeva. Quando il figlio adolescente ritorna a casa, non risponde al saluto, si chiude in stanza, non scende a mangiare il cibo che hai preparato con amore, e fa star male e sta male anche lui, questo è il gemito dello Spirito. Sono le doglie di parto di un uomo nuovo che vuole amare con il cuore di Cristo. (P. Ermes Ronchi)

 

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