Gen 202018
 

donmarioalbertiniConcedici lo spirito di sapienza. Seguire Gesù richiede una conversione delle persone: chiama ad avventure dello spi- rito impossibili se non fosse per lui che precede, guida e sostiene. Perciò al cristiano non resta che chiedere lo spirito di sapienza che permetta di orientare a lui la propria esistenza.

Commento di don Mario Albertini

Proviamo ad immaginare la scena raccontata dal vangelo come se anche noi fossimo lì, sulla riva di quel lago che viene chiamato mare di Galilea.

E’ un mattino come tanti altri, ci sono diversi pescatori, e di lì passa Gesù, che non è un pescatore e non è del luogo, e non conosce quelle persone; l’evangelista dice che “Passando lungo il mare vide Simone e Andrea”, e poi: “Andando un poco oltre vide anche Giacomo e Giovanni”.

E’ la prima volta che l’evangelista fa riferimento allo sguardo di Gesù. Lo farà ancora, e sempre in ordine a qualche cosa di significativo. Così per esempio dirà che Gesù guarda Pietro che lo aveva appena rinnegato, e quello sguardo lo rende consapevole del suo peccato; e dalla croce Gesù guarda sua Madre lì sotto e le affida la maternità su tutti i suoi fedeli.

Quella mattina: non ci sono soltanto Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, lungo la riva del lago, ma Gesù fissa loro quattro. Il suo sguardo è una scelta, e infatti li chiama a seguirlo, e un futuro imprevisto e imprevedibile si spalanca loro davanti. Cosa voglia dire “pescatori di uomini” non lo sanno, però lo seguono. Perché lo sguardo e la parola di Gesù possono trasformare le persone.

Ci sentiamo sempre ripetere che occorre ascoltare la parola di Gesù, ma noi dovremmo godere pure nel saperci visti, nel saperci guardati da Gesù. Non è il severo: sta’ attento perché Dio ti vede! – ma l’affettuoso: abbi fiducia, perché Dio ti guarda. Anche oggi Gesù passa per le nostre strade, non si fa vedere ma ci vede. Gesù ci guarda, e Gesù ci parla.

Le sue prime parole, riportate dall’evangelista Marco, sono quelle che abbiamo sentito questa sera: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”.

Convertirsi e credere nel vangelo non sono due cose staccate: la conversione sta nel credere alla buona notizia che Gesù dà. E la buona notizia è: “Il regno di Dio è vicino”, e questo regno di Dio non è l’aldilà ma la presenza stessa di Cristo – e allora “convertitevi”, cioè accogliete il Salvatore, accogliete e mettete in pratica la sua parola. E per accoglierla davvero è necessario staccarsi dal male.

Proviamo a pensarci: per noi c’è la parola di Gesù, cioè il suo vangelo, la sua buona notizia, e c’è il suo sguardo. La sua parola e il suo sguardo possono trasformarci, come fu per quei primi quattro apostoli. Come sarebbe la nostra vita se fossimo sempre consapevoli che parola e sguardo del Signore ci raggiungono personalmente? sempre?

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