Nov 262016
 

vangelo-case-2-300x225Il vangelo esorta alla “vigilanza”: vegliare significa agire con saggezza, con l’impegno quotidiano a vivere secondo lo stile indicato da Gesù e nel distacco del cuore dalle cose terrene. Il Signore può venire a noi ad ogni ora e a ciascun credente è chiesto di vivere l’attesa della sua venuta negli avvenimenti della vita d’ogni giorno, per trovarsi pronto e disponibile ad accoglierlo. Per la prima lettura camminare nelle vie del Signore vuol dire impegnarsi a creare pace nel mondo: Isaia immagina come un grande corteo di popoli che convergono verso la “città della pace”, nella luce del Signore. Occorre però la consapevolezza dell’importanza del presente, come suggerisce Paolo nella seconda lettura: poiché questo è il tempo in cui Dio viene a salvarci, diventa necessario gettare via le “opere delle tenebre” e indossare le “armi della luce”.

Dove sono i sentieri del Signore?

Nella prima lettura è detto: il Signore “ci indichi le sue vie, così che possiamo camminare per i suoi sentieri”. E poi anche: “Camminiamo nella luce del Signore”.

Ci viene dunque proposto un cammino per i sentieri del Signore – nella luce. Questa duplice indicazione dovrebbe caratterizzare questo mese, che liturgicamente è detto avvento, cioè preparazione a quella venuta del Redentore che rivivremo il giorno di Natale, preparandoci però anche all’incontro definitivo con lui. Perché Gesù non sta dietro a noi, nel passato, ma sta davanti; dobbiamo invocarlo “Vieni, Signore Gesù”, e di fatto lui vi viene incontro e noi dobbiamo muoverci verso di lui. E’ di questo che parla Gesù nella pagina del vangelo.

Dunque: “Camminare per i sentieri del Signore”. La parola sentieri evoca un percorso che può essere difficile, ma che porta in su, verso il sereno.

L’invito a camminare per i sentieri del Signore è, ancora una volta, appello alla nostra libertà. La libertà non è fare ciò che si vuole, ma essere capaci di fare le scelte giuste. Noi siamo di continuo nella necessità di scegliere, e ogni scelta, anche nel piccolo, ha delle conseguenze per il futuro. Le scelte giuste non sono quelle che vengono proposte dalla pubblicità, dalla moda, da chi ha la voce più suadente, ma sono quelle che sono orientate al bene, al meglio.

Però c’è da fare una scelta fondamentale, quella che dà colore e valore a tutte le altre: aprire il cuore all’amore di Dio che si rivela e si dona in Gesù.

Ho cominciato col chiedere: dove sono questi sentieri del Signore? Ebbene, saremo noi a scoprirli, dentro di noi, se ci mettiamo nella luce del Signore.

Le quattro candele che gradualmente verranno accese nelle quattro domeniche che ci preparano al Natale stanno ad indicare che il nostro cammino per incontrare il Signore Gesù nella celebrazione natalizia è, deve essere, un cammino di luce.

La luce viene a noi dalla Parola di Dio, quella che ascoltiamo nella liturgia della Messa, ma pure quella che con buona volontà vogliamo ascoltare anche leggendo per conto nostro a casa qualche frase del vangelo. Sarebbe un impegno facile e bello, questo: ogni giorno, una frase del vangelo che illumini la nostra mente e il nostro cuore. Questa luce porterà a rendere vera anche l’espressione che abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: andiamo con gioia incontro al Signore. Luce e gioia come caratteristiche del cammino dell’avvento. Si tratta della virtù della speranza, la speranza di venire immersi, un giorno, nella luce trasformante che è Dio, in paradiso.

In questo modo riusciremo a obbedire all’esortazione di Gesù, sentita a conclusione della pagina del vangelo: “state pronti”. Stare pronti per operare bene e per il bene, e allora ogni giorno riconosceremo la presenza di Dio nella nostra vita. Se camminiamo davvero per i suoi sentieri, siamo certi che il Natale sarà più ricco che mai di luce, di gioia, di grazia, di amore.

Gesù dice a noi: State pronti!

Noi diciamo a lui: Vieni, Signore Gesù.

(don Mario Albertini)

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