Gen 052016
 

 

Il 6 febbraio scorso, in preparazione all’arrivo delle spoglie mortali di S. Padre Pio a Roma, Papa Francesco ha incontrato i “Gruppi di preghiera di Padre Pio”. Ha dialogato con i presenti, venuti da tutti i continenti, e naturalmente ha parlato della preghiera. Ne ha sottolineato la caratteristica di relazione diretta con il Padre. In questo Tempo di preghiera più intensa che è la quaresima, penso che faccia bene anche a noi rileggere alcune delle sue semplici ma profonde osservazioni. Sono invito a ritornare al centro della nostra spiritualità, a dare ad ogni nostra preghiera la sua caratteristica di fiducia totale e filiale in Colui che sempre ci è Padre. 

“La preghiera è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità. Padre Pio disse che la preghiera è una «forza che muove il mondo». La preghiera è una forza che muove il mondo! Ma noi crediamo questo? E’ così. Fate la prova! Essa – aggiunse – «spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza».

La preghiera, allora, non è una buona pratica per mettersi un po’ di pace nel cuore; e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo: – Io prego per star bene, come se prendessi un’aspirina!  –   No, non è così.  – Io prego per ottenere questa cosa… Ma questo è fare un affare. Non è così. La preghiera è un’altra cosa, è un’altra cosa.

La preghiera, è un’opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio. “Prendi Tu, che sei Padre”. Sarebbe così, per dirlo in maniera semplice. La preghiera è dire: –  “Prendi Tu, che sei Padre. Guardaci Tu, che sei Padre”. E’ questo rapporto con il Padre.

La preghiera è così. È un dono di fede e di amore, un’intercessione di cui c’è bisogno come del pane. In una parola, significa affidare : affidare la Chiesa, affidare le persone, affidare le situazioni al Padre – “Io ti affido questo” – perché se ne prenda cura.

Per questo la preghiera, come amava dire Padre Pio, è «la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio». Una chiave che apre il cuore di Dio: è una chiave facile. Il cuore di Dio non è “blindato” con tanti mezzi di sicurezza. Tu puoi aprirlo con una chiave comune, con la preghiera. Perché ha un cuore d’amore, un cuore di Padre.

La preghiera è la più grande forza della Chiesa, che non dobbiamo mai lasciare, perché la Chiesa porta frutto se fa come la Madonna e gli Apostoli, che erano «perseveranti e concordi nella preghiera» (At 1,14), quando aspettavano lo Spirito Santo. Perseveranti e concordi nella preghiera. Altrimenti si rischia di appoggiarsi altrove: sui mezzi, sui soldi, sul potere; poi l’evangelizzazione svanisce e la gioia si spegne e il cuore diventa noioso.

Mentre vi ringrazio per il vostro impegno, vi incoraggio, perché i gruppi di preghiera siano delle “centrali di misericordia”: centrali sempre aperte e attive, che con la potenza umile della preghiera provvedano la luce di Dio Padre al mondo e l’energia dell’amore alla Chiesa.

Padre Pio, che si definiva solo «un povero frate che prega», scrisse che la preghiera è «il più alto apostolato che un’anima possa esercitare nella Chiesa di Dio» (Epistolario II, 70). Siate sempre apostoli gioiosi della preghiera! La preghiera fa miracoli. L’apostolato della preghiera fa miracoli”.

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