Mar 302024
 

È risorto: testimoni della gioia. I segni della Pasqua, letti dallo sguardo della fede, annunciano la gioia della risurrezione, che chiama ciascuno a proclamare con coraggio il compimento del disegno d’amore di Dio.

Commento di don Mario Albertini

 Anche se pochi allora se ne sono accorti, questa è la  giornata più sconvolgente di tutta la storia dell’umanità,  non fosse altro perché il cristianesimo – che questa storia  ha influenzato e influenza come nient’altro – esiste solo in  forza di quanto in quel giorno avvenne: in forza cioè della  risurrezione di Gesù.

Se la vicenda di quell’uomo, vissuto  circa due mila anni or sono, la cui predicazione aveva  raggiunto sì e no qualche migliaio di persone, fosse  terminata con la sua morte e sepoltura, tutto sarebbe finito  lì. Non ci sarebbe stato un seguito. Ma Cristo è risorto, e i  suoi discepoli ne hanno dato testimonianza, e solo in forza  di quella risurrezione è giunto a noi e a tutto il mondo il  vangelo, cioè l’annuncio della salvezza. 

 Conosciamo le pagine del vangelo: esse non contengono  un racconto della risurrezione. Il vangelo riferisce con  molti particolari come è avvenuta la morte di Gesù, alla  presenza di non poche persone; ma per la risurrezione non  c’è un racconto perché non ci sono stati testimoni diretti  del fatto, neppure i soldati posti a guardia del sepolcro  hanno saputo dire cosa era avvenuto. Quello che diverse  persone constatarono, in quel mattino, fu che la tomba era  vuota, e che vi erano rimasti soltanto il sudario e le bende con cui era stato avvolto il corpo del crocifisso. 

 Nessun testimone del fatto. Ma ecco che ad alcune  persone quel Gesù, della cui morte erano certe perché vi  avevano assistito e poi ne avevano sepolto il corpo, quel  Gesù si presenta vivo, vivo di una vita che vince ogni  limitazione: non è stata la pietra del sepolcro a trattenerlo,  non sono le porte chiuse a impedirgli di entrare. Gesù è  vivo, è il Vivente; è libero, è il Liberatore. 

E quelle persone a cui Gesù apparve diventano i  testimoni di lui risorto. Non potranno tenere per sé stessi  l’emozione e la gioia, e nonostante la loro povertà umana,  la loro ignoranza, anche la paura, obbediranno al loro  Maestro e Signore quando dirà: Andate!… “Noi siamo  testimoni” affermerà Pietro. 

Anche per ciascuno di noi questa è una giornata  sconvolgente, noi che crediamo in Gesù Cristo, e vogliamo  accogliere il dono della pace e della vita che viene da lui;  giornata che, se vogliamo essere coerenti con la fede nel  Risorto, sconvolge le nostre abitudini di gente preoccupata  di tante banalità. 

Anche per noi la risurrezione del Signore è il fatto  fondamentale, un evento che ci riguarda perché da lì viene  a noi la speranza, la certezza di un incontro perenne con  l’amore di quel Padre che Gesù ci ha rivelato e dato. La  risurrezione di Cristo la dobbiamo sentire attuale, perché  attuale è l’amore trasformante del nostro Dio, e perché, pur  essendo ritornato al Padre, Gesù rimane sempre con noi;  sottratto alla vista corporale ma non agli occhi della fede. il più presente!”. 

Giornata sconvolgente anche per noi, che c’impone di  rinnovare la nostra fede. Se Gesù è risorto, ed è risorto, la  storia tutta e la nostra storia personale acquistano il  significato di un’accettazione della vita che viene da lui:  già quaggiù la vita di figli di Dio, perché lui, il Figlio  Unigenito, ci ha fatti suoi fratelli; e la vita nella gloria e  nella gioia del paradiso, perché lui là ci ha preparato un  

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