Gen 132024
 

La Parola, fonte di conoscenza. Dai
profeti dell’Antico Testamento all’ultimo dei profeti, Giovanni il Battista, la parola di Dio irrompe nella storia umana e rivela la
volontà divina di costruire una relazione con l’umanità, affinché questa possa conoscere il volto di Dio, a partire dal compimento definitivo della Parola che si è fatta carne in Gesù.

COMMENTO DI DON MARIO

Cosa cercate? è la domanda che Gesù rivolge a due  giovanotti che lo stavano seguendo da un po’ di tempo.  Cosa cercate? chiede Gesù a noi. Mi verrebbe da dirgli: cosa vuoi che cerchiamo? non  siamo mai contenti di quello che abbiamo, e cerchiamo  sempre qualche cosa di più. 

 Ma Gesù insiste con ciascuno di noi: cosa cerchi nel  profondo del tuo essere? Non come interesse immediato  (la salute, che è una cosa buona, o magari i soldi, la  carriera, il successo), ma cosa cerchi nel più intimo di te  stesso. Quali sono i tuoi veri desideri, i tuoi progetti.  Forse ne abbiamo tanti, buoni e meno buoni, ma a ben  pensarci quello che cerchiamo, al di là dei progetti e  mediante i progetti, è l’amore, la serenità, il bene – e a  Gesù possiamo dire che tutto questo lo cerchiamo per noi  e più per i nostri cari, per la nostra famiglia. 

 Quei due giovani alla domanda di Gesù rispondono con  una contro-domanda: dove abiti? Noi potremmo dire: se  la mia deve essere la ricerca dell’amore, del bene, della  serenità, dove trovo tutto questo nella mia vita? 

 Ecco allora la risposta di Gesù: venite, e vedrete. E’  come se dicesse: venite da me, e rimanendo con me farete  esperienza di quello che cercate. 

 Gesù c’insegna che Dio è l’Amore con la a maiuscola,  Dio è il Bene assoluto, lui è la gioia piena. Solo lui può  donarci tutto questo. No, non possiamo stare senza Dio,  di Dio abbiamo bisogno – per trovare quello che  cerchiamo non solo per oggi ma per sempre. Cosa cercate? sentiamola questa domanda di Gesù. La  nostra risposta dunque è: dal momento che cerchiamo  l’amore e il bene e la gioia, vuol dire che cerchiamo te, o  Dio, e ti cerchiamo nel bene da volere e nel bene da fare. 

 La prima lettura della Messa termina con questa frase:  Samuele non lasciò andare a vuoto neanche una delle  parole di Dio. Potessimo dire pure noi: non ho lasciato cadere nessuna  occasione per fare bene quello che la vita mi propone,  riconoscendo in questo la volontà di Dio. 

 Aggiungo un richiamo al fatto che in questa settimana  siamo invitati a pregare per l’unità dei  cristiani. Tutti i cristiani sono uniti nella fede in Gesù  Cristo e per il battesimo che ci ha resi figli di Dio. Ma  purtroppo nel corso dei secoli ci sono state, e durano  tutt’ora, delle divisioni su aspetti particolari.  

 Ci siamo noi cattolici, ci sono gli ortodossi che non  riconoscono il primato del Vescovo di Roma, e i  protestanti che danno anche diverse interpretazioni ad  esempio su alcuni sacramenti. Ora pregare per l’unità (e  con noi lo fanno anche gli ortodossi e alcune confessioni  protestanti) significa unirsi alla preghiera che Gesù stesso  ha fatto la sera dell’ultima Cena quando disse: che i miei  discepoli, o Padre, siano una cosa sola in noi. (E’ una  preghiera che rinnoviamo in ogni Messa, subito dopo la  recita del Padre nostro.) 

 Vogliamo pregare così in modo particolare in questa  settimana.

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