Dic 302023
 

NEL BAMBINO

RINASCIAMO

COME UOMINI

Caro Papa Francesco, ho preso tante volte in mano la penna, in questi tre anni, perché intendevo scriverLe una lettera di ringraziamento per le parole che Lei mi ha inviato dopo aver letto il mio romanzo che racconta la storia di un bambino frutto di uno stupro etnico durante la guerra dei Balcani. Ma non sono riuscita a farlo nel modo in cui avrei voluto. 

I bambini e la guerra, le violenze, gli stupri, i femminicidi, le distruzioni, la perdita di fiducia, di rispetto, di orientamento che i minori subiscono sono sempre stati per me, come per tanti esseri umani, una croce troppo dura da portare. Oggi però, la traccia scritta delle Sue parole che ho conservato e incorniciato come il più caro e prezioso riconoscimento, da non condividere con altri se non con l’oro del grano dei miei “ricordi”, mi spinge  a farlo pubblicamente. 

E proprio in occasione di questo Natale 2023, alla fine dell’anno “horribilis” che ci stiamo lasciando alle spalle. Perché? perché sono convinta, come mai prima, che non rimanga più altro tempo per tutelare non soltanto la nostra personale esistenza ma quella di tutta l’Umanità, se non rispondendo, come Lei fa, con indomabile, sofferto distacco a chi le chiede notizie della sua salute. Lei vive il suo quotidiano impegno di capo della Chiesa con esemplare coraggio e combatte, agisce, si prodiga in una maniera che tanto mi ricorda quella di Madre Teresa di Calcutta. A lei improvvisamente fu chiesto, mentre s’impegnava a dare conforto ai malati nel penoso assoluto degrado di un ospedale indiano: “Qual è stato il giorno più bella della sua vita?” Lei rispose: “Oggi!”. Per questo, io credo che quale impegno nella vita altro non abbiamo che da affrontare “l’oggi”. E che questo attuale, ultimativo “Oggi” ci impone di cambiare definitivamente strada: ce lo scandiscono urgentemente i rintocchi delle epidemie, del pianeta che si ribella, delle guerre che infieriscono nei luoghi e nei tempi in cui mai le avremmo immaginate. Non a caso, l’Orologio dell’Apocalisse segna l’Ora zero. Eppure ancor più proprio questo Natale, ancora una volta, ma con un’incidenza che oggi suona definitiva, ci ripropone la nascita del divino Bambino – perché ogni bambino lo è – come la possibilità di salvare il mondo. Ma la nascita del Salvatore ha di nuovo come contraltare l’orrido scenario della “Strage degli innocenti”. Creature indifese che il potere maligno consegna al martirio, per tentare di spegnere la speranza che Gesù viene a portare a ciascuno e a tutti, con l’odio, il disprezzo della vita, l’indifferenza dei potenti e dei ricchi, che sono – da sempre e sempre saranno – i veri “dannati della Terra”. 

E’ alla speranza di poter amare, comunicare, convivere, incontrarsi, conoscersi, collaborare e costruire insieme che costoro fanno la guerra!  

E dunque quegli innocenti muoiono perché “i dannati della Terra” sono convinti che il Denaro, come il Potere di controllare il pensiero e la vita altrui, possano sostituire, condizionare, comprare il Bene unico, impagabile, irrisarcibile, della Pace interiore e della Pace tra i popoli. Così, le guerre del passato e quelle ancor più pericolose e definitive di oggi sono una costante “Strage degli Innocenti”che all’interno di tante famiglie si contrappone alla comune salvezza del genere umano. 

Pregare per il Bene comune. E Preghiera sono la cultura, l’arte, la scienza, la medicina, la pedagogia, la filosofia, la sociologia, la psicologia, la psicanalisi, le neuroscienze, le ricerche, le scoperte ed ogni impronta dell’umano consapevole sapere. Io credo, allora, che per “cambiare strada” e scongiurare un individuale e comune Destino di morte, altro non ci resti che utilizzare, con rispetto, amore e competenza, gli strumenti di conoscenza e di governo che, nei millenni, abbiamo acquisito in relazione alle profonde radici dell’agire umano. E favorire e ricercare, nel tempo che ci è dato di vivere, la salute della mente, la felicità e il benessere del corpo e dell’immaginario che, alla fine, ci possano consegnare all’immortalità del “mai più, per sempre!”, con il coraggio, la salvezza, la Pace nel cuore. Anche tenendo conto che siamo mortali già quando usciamo dal Paradiso Terrestre del grembo materno. E che, step by step, ci dovremo confrontare con la perdita della primaria inconsapevolezza d’esserlo ed acquisire, invece, la consapevolezza che il percorso della vita – di ogni vita!- “è un dolore che non passa mai, è un piacere che non passa mai finchè non passa la vita”. Affinchè trionfi l’Amore. Perchè se Dio è, Dio è Amore!                       Di M.R.Parsi, da Avvenire 

Sorry, the comment form is closed at this time.