Dic 112023
 

Colui che è più forte. La venuta del Signore è promessa di consolazione e di perdono. Egli non viene come re che giudica ma come pastore che accompagna. È questo il tempo dell’attesa e della conversione, come annuncia il Battista all’inizio del Vangelo di Gesù.

Commento di DON MARIO ALBERTINI

 Ho introdotto dicendo: “dal vangelo secondo Marco”, e  subito dopo ho letto: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo,  Figlio di Dio”  – vangelo secondo Marco – vangelo di Gesù Cristo.  Il “vangelo”, parola che significa propriamente “buona  notizia”, non viene da Marco, ma dallo stesso Figlio di  Dio, Gesù. Sì, il vangelo, cioè la buona notizia che Dio ci  vuole bene, è di Gesù Cristo, anche se a raccontarlo è  Marco o un altro evangelista che per la scelta degli  episodi e degli insegnamenti del Signore usa un suo stile. 

 Una buona notizia sempre nuova quella di Gesù, perché  sempre rinnovato è l’amore del Padre che è nei cieli.  Forse qualche volta pensiamo di conoscerlo bene, il  vangelo – ma non è vero. Può darsi che lo conosciamo  come testo scritto, ma se cerchiamo di approfondirlo per  metterlo in pratica, faremo delle continue scoperte della  sua inesaurita e inesauribile ricchezza. Faremo  l’esperienza della sua perenne novità.  

 Siamo in avvento, ci avviciniamo al Natale, alla  celebrazione della Natività di Gesù. Le letture di oggi ci  suggeriscono di comprendere questo periodo come una  strada da percorrere

 Ma ci viene detto che questa strada però occorre  prepararla. Nella prima lettura il profeta Isaia esorta:  “nel deserto preparate la via al Signore”, e raccomanda  che sia una strada pianeggiante e diritta, non tortuosa. Ed  ecco che Giovanni Battista fa sua la parola del profeta e  grida: “Preparate la strada del Signore”. Ma come si prepara? Giovanni spiega che lo si fa con la “conversione  per il perdono dei peccati”. 

 La parola conversione ritorna nelle prediche dei preti  perché ritorna di continuo nelle pagine del vangelo, e  perché a essere sinceri non siamo mai convertiti del tutto,  cioè abbiamo sempre la necessità di ri-orientare la vita  verso Dio. Con la conversione e il perdono dei peccati. 

 E questa strada dobbiamo percorrerla per andare  incontro al Signore. 

 In realtà, è Dio che viene a noi; tra Dio e noi c’è  l’infinito, e noi non abbiamo la capacità di oltrepassare  questo infinito, ma lui sì. E’ il mistero di Dio che si fa  uomo. 

 Dunque è lui che viene, eppure anche noi possiamo  muoverci verso di lui; come? Il vangelo va inteso in  termini di movimento, di cammino, quel cammino che è  riassunto dalla parola di Gesù: sèguimi, seguitemi! In  concreto noi ci moviamo verso di lui con l’impegno a  operare per il bene, a voler bene, a fare il bene, ma prima  ancora l’attenzione ad accogliere il bene che Dio vuole a  noi

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