Il Sinodo è finito, ora viene il bello

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Nov 242018
 

fotosearch_k4066067( Alessandra Smerilli) – Il Sinodo è terminato, ma forse in realtà comincia ora, nelle nostre realtà, parrocchie, associazioni, gruppi e movimenti. Il documento finale è denso di pagine che ispirano cammini, che lasciano domande aperte e spingono a mettersi in movimento. E a farlo nella sinodalità. I giovani durante i lavori ci hanno fatto riscoprire la bellezza del camminare insieme e di un discernimento comunitario dove tutti possono dare il loro apporto. Il primo frutto del Sinodo, allora, potrebbe essere quello di iniziare percorsi di discernimento attorno ad alcuni tempi particolarmente pregnanti, oppure attorno ad alcune domande che il Sinodo stesso lascia aperte. La novità che vi viene richiesta è quella del riflettere insieme: giovani, anziani, donne, uomini, laici, consacrati, presbiteri e vescovi. Leggi tutto »

La santità nella vita quotidiana

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Nov 172018
 

fotosearch_k7908024(Di Giovanni Lazzara) – Dio chiama tutti i cristiani a essere santi. Ma “santi”, come? Non statue di santi in plastica, ma persone reali che trovano tempo per la preghiera e che mostrano amorevole cura per gli altri nei gesti più semplici e quotidiani. Lo spiega papa Francesco nel suo recente documento dedicato alla “santità”, l’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate. Scrive: “Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario… non avere paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia”.
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La santità della vita quotidiana

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Nov 162018
 

fotosearch_k7908024(Di Giovanni Lazzara) – Dio chiama tutti i cristiani a essere santi. Ma “santi”, come? Non statue di santi in plastica, ma persone reali che trovano tempo per la preghiera e che mostrano amorevole cura per gli altri nei gesti più semplici e quotidiani. Lo spiega papa Francesco nel suo recente documento dedicato alla “santità”, l’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate. Scrive: “Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario… non avere paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia”.

Il tono incoraggiante dell’appello, della chiamata percorre tutto il nuovo documento. Francesco usa spesso il “tu”, la seconda persona, proprio per rivolgersi direttamente alla persona che lo legge. Tra gli aspetti che mi hanno colpito, scorrendo il testo del Santo Padre, vorrei sottolinearne un paio. Anzitutto la proposta della santità come una strada da percorrere, piuttosto che come un modello da ammirare. Poi, il richiamo alla gioia, che dovrebbe contraddistinguere l’essere cristiani. Circa il primo aspetto, quando pensiamo ai santi, “non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati” afferma il Papa. “Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio… nei genitori che crescono con tanto amore  i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio”.

Già all’udienza generale del 19.11.2014 papa Francesco aveva spiegato che la santità “è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano”.

E per essere santi, “non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi” o per chi ha la possibilità di “staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera”. E’ proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni  di ogni giorno, secondo lo spirito delle Beatitudini, che siamo chiamati a diventare santi. Ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. E, quasi a spingere a passare dalla consapevolezza all’azione, il Papa lanciava una serie di provocazioni: “Tu sei consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli”.

Il richiamo alla “gioia” è un altro aspetto saliente della Gaudete et Exsultate, che poi rimanda sia a Evangelii Gaudium sia ad Amoris Laetitia, come pure alla Gaudete in Domino, bellissima Esortazione apostolica di Paolo VI.

Francesco parla della gioia come una delle “caratteristiche della santità nel mondo attuale”. In particolare, a fronte del clima di negatività e la tristezza che respiriamo, la gioia cristiana, che nasce dall’incontro con Cristo, è “una sicurezza interiore, una serenità piena di speranza che offre una soddisfazione spirituale incomprensibile secondo i criteri mondani. Il cristiano, “…. Illumina gli altri con lo spirito positivo e ricco di speranza”

 

Insieme per il creato (A. M. Valli)

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Nov 032018
 

downloadLei si chiama Jade Hameister, è australiana, di Melbourne, e a soli 16 anni può vantare una serie di record invidiabili: ha infatti “conquistato” il Polo Nord e il Polo Sud e ha realizzato la traversata della Groenlandia, completando così il Polar Hat Trick, il trittico polare. Amante della natura e delle meraviglie del Creato, Jade è stata invitata in Vaticano da Francesco in occasione del terzo anniversario di Laudato si’, l’enciclica “verde” di papa Bergoglio, dedicata alla cura della casa comune chiamata Terra.
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Sant’Ignazio di Antiochia, patrono dei sacerdoti di casa san Raffaele

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Ott 272018
 

don-egidio01Omelia di don Egidio Menon alla celebrazione eucaristica

“Sono frumento di Dio: macinato dai denti delle fiere, diventerò pane puro di Cristo”. Tutti conosciamo la frase con cui S. Ignazio paragona la fine della sua vita con la fine del chicco di grano.

Gesù invece ci invita a riflettere sul chicco di grano al suo inizio, quando viene gettato in terra. Là, nel silenzio, nell’abbraccio della terra, esso si trasforma, sviluppa la potenza vitale che ha in sé, raggiunge il suo completo sviluppo, che noi vediamo nella spiga. P. Rossetto ci invita a guardare proprio a questo quando scrive per noi preti: “Divenire frumento non paglia, frumento per l’unione dei chicchi in una sola spiga”. (Frumento, 81)

Grano di frumento in vista dell’unione di molti grani. Leggi tutto »