Il pensiero di Papa Luciani e la risalita dell’Europa, di D. Fiocco

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Nov 152019
 

download Il 1° aprile 1941 il giovane don Albino Luciani iniziava un’attività di pubblicista, collaborando con il settimanale diocesano di Belluno. I primi articoli uscivano mentre in Europa ruggivano macchine di guerra e in Italia imperava il fascismo. Colpisce un brano del febbraio 1942 sulle radici cristiane del “nuovo ordine europeo”, in cui il Vangelo dovrà essere “l’anima della nuova Europa”. Luciani prendeva le mosse da un’affermazione di Pio XII, per il quale “la causa dei mali odierni è la ribellione al cristianesimo”. Ma papa Pacelli non era solo nel dire questo, e don Albino trascriveva anche l’opinione di un filosofo fascista, le cui righe destano stupore se immaginate sulle colonne di una rivista del regime: “Oso dire che la nuova Europa non si mette a posto né con le armi, né con gli interessi, né con le idee […] Da correggere è anzitutto la concezione romantica dell’idea nazionale… Da correggere è anche l’assolutezza dell’idea di Stato… bisogna contrapporre l’idea di una unità spirituale europea… con la super razza, col super nazionalismo, il nuovo codice europeo non si fonda”. E Luciani commentava: “Pare di sentire un’eco dei messaggi papali!”. Con il passare degli anni le convinzioni non cambiarono. Il 14 marzo 1978 – sei mesi prima della sua morte, il 28 settembre di 41 anni fa – il futuro papa Giovanni Paolo I parlò anche di Europa davanti al Rotary Club di Venezia, interpellato perchè nella primavera del 1979 si sarebbero tenute le prime elezioni per il Parlamento europeo. Con la consueta chiarezza, il patriarca Luciani analizzava lo stato dell’arte, evidenziando i fattori storici, che avevano portato alla nascita degli organismi sovranazionali: “La Comunità Economica Europea si è proposta fin dal nascere […] l’eliminazione tra gli associati degli ostacoli alla libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali; una comune politica dell’agricoltura e dei trasporti; garanzie per tutelare la concorrenza; un fondo sociale europeo per migliorare l’occupazione e altro ancora. E’ qualcosa di più che un’unione doganale, anche se insufficientemente politica”. Leggi tutto »

In ogni persona malata una dignità che ci riguarda

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Nov 092019
 

08Caro direttore

Com’è noto il 25 settembre la Corte costituzionale ha fatto sapere di aver ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del Codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in via da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che reputa intollerabili ma capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Conosciamo tutti il dibattito che ne è scaturito, e che continua. Cosa dire davanti al dolore di una vita che non è più quella di prima, che sembra non essere più nemmeno la tua perché una malattia devastante e inguaribile te l’ha irrimediabilmente modificata? Cosa dire davanti a ore, giorni, settimane, mesi, a volte anni che non precedono una guarigione ma un declino più o meno lento, e la morte? Cosa dire davanti a un corpo, il tuo, che progressivamente non è più in grado di reagire, si irrigidisce, si paralizza, col respiro non più spontaneo, mentre la tua mente vorrebbe schizzare lontano, sopra le nuvole, al di là delle montagne, nell’infinito, perchè è viva come non mai? Cosa dire quando un cancro devastante non ti uccide subito ma ti distrugge giorno per giorno, ti sbeffeggia mandandoti in necrosi ora un dito, ora un piede, ora una mano, ora qualcosa all’interno di te, regalandoti un odore acre, che invade la tua stanza, il respiro tuo, dei tuoi familiari, dei  tuoi curanti? L’odore della morte, seduta sul tuo letto, che ti guarda, tranquilla, non ha fretta, sa che sarai suo, comunque. Ma soprattutto cosa posso dire io? Non sono un giudice, un filosofo, un politico… Leggi tutto »

La preghiera anima dell’azione missionaria, in San Paolo (don Ermanno Crestani)

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Nov 022019
 

downloadLa preghiera al Padre  suscita ed esprime lo zelo missionario

La preghiera, per la carità che la anima, si riveste ed esprime lo slancio verso gli altri proprio della carità. “Raccomando innanzitutto che si facciano suppliche, preghiere e intercessioni di grazie per tutti gli uomini… Questo è gradito al cospetto di Dio salvatore nostro, il quale vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità” (lTim.2,1.3-4); “Mi è testimonio Iddio come io vi desideri tutti nel cuore Cristo Gesù. E per questo prego che la vostra carità… (Fil.1,8-9). La preghiera inoltre, proprio per l’intimità in cui si svolge e che crea con il Padre, dispone all’abbandono ai suoi ’intendimenti’ salvifici. Una tale disponibilità apostolica, ispirata e favorita dalla preghiera, si riscontra nella vita stessa di Paolo (cfr.Gal.1,15-17; At. 13,2). Leggi tutto »

Carisma della laicità consacrata, di don Zenna

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Nov 012019
 

STORIA DELLA LAICITA’ CONSACRATA, DI DON ZENNA

 

Introduzione

Il nuovo Codice di Diritto canonico del 1983 riconosce gli Istituti secolari e li definisce così: “L’Istituto secolare è un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all’interno di esso” (can. 710). 

Le norme relative agli Istituti secolari sono incluse nel libro II, dedicato al popolo di Dio, nella parte terza dedicata agli Istituti di Vita consacrata e alle Società di Vita Apostolica, nella sezione 1a dedicata agli Istituti di Vita consacrata, nel titolo III “Gli Istituti secolari”. 

Si può ritenere un punto di arrivo chiaro e giuridicamente fondato. Ma il percorso compiuto è stato lungo e controverso. Ed è interessante percorrerlo, non solo per uno sfizio celebrativo, ma perché può rivelare dei risvolti utili a comprendere meglio la forza del carisma e orientarne il futuro. Leggi tutto »

Mese missionario straordinario: missione è qui e ora …. anche per me!

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Ott 262019
 

images5Ogni tanto sentiamo parlare dei missionari. Loro stessi ci raccontano di lotte, fatiche, successi e difficoltà. E nasce per loro stima e ammirazione. I missionari: che persone eroiche! Ma forse oggi le cose stanno un po’ cambiando. Nulla  da togliere ai missionari “ad gentes”, a quelli cioè che partono per altre terre e abitano in mezzo ad altre culture e religioni: vanno aiutati e sostenuti con la stima e la preghiera. Ma oggi è altrettanto eroico essere testimoni del vangelo anche qui in Italia, anche nel nostro Veneto, un tempo casa madre di missionari. Oggi comprendiamo meglio che missionari sono tutti i battezzati. Missionari siamo noi qui e ora. Anche la partenza di d. Marco Dal Magro per la diocesi di Livramento in Brasile, all’interno del progetto di scambio tra le due diocesi, dobbiamo viverlo come impegno missionario da parte di tutti. Leggi tutto »