Capodanno 2019

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Dic 292018
 

volto-di-Gesù

Custodire il mistero. Maria, capace di custodire in sé il mistero da cui è avvolta, diventa per noi modello della fede autentica e mediatrice della benedizione di Dio, della sua pace.

Commento di don Mario Albertini

Ogni anno diciamo a noi stessi: speriamo che quest’anno sia migliore del passato. E allora gli auguri che ci scambiamo sono di speranza nonostante tutto. Una speranza motivata, se a questo primo giorno dell’anno vogliamo dare un valore cristiano considerando tre cose. 

La prima è la presenza di Maria Vergine. Mentre celebriamo e adoriamo il mistero del Figlio di Dio che si fa uomo, non possiamo dimenticare l’altissima dignità di questa Donna, scelta ad essergli Madre. Madre nella natura umana di Gesù, certo, ma Madre di un bambino che è Dio, così che la possiamo e la dobbiamo dire Madre di Dio. Desta meraviglia che nel vangelo della nascita di Gesù non sia riportata nessuna parola di Maria, ma venga riferito il suo atteggiamento interiore: nel silenzio, ha impresso tutto nella sua memoria e nel suo cuore, e ne ha fatto oggetto di riflessione e di preghiera. Anche nel vangelo della morte di Gesù, Maria ai piedi del suo Figlio in croce conserverà quel silenzio, accettando di essere anche madre nostra.  Leggi tutto »

Santa famiglia di Nazareth

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Dic 292018
 

donmarioalbertini

Alla ricerca di Gesù. La famiglia di Gesù orienta lo sguardo verso legami che dilatano le nostre relazioni in una dimensione più alta e universale: la ricerca di Gesù da parte di Maria e Giuseppe orienta anche noi ad una ricerca del vero senso e del fine della nostra esistenza.

Commento di don Mario Albertini

E’ uno sguardo alla vita familiare di Gesù con Maria e Giuseppe. Alla fine del racconto è detto che Gesù a Nazaret, “stava loro sottomesso”, era obbediente, ma qui è narrato un episodio che Maria e Giuseppe considerano una disobbedienza, tanto da rimanerne addolorati, angosciati.  E la risposta di Gesù al loro perché ci hai fatto questo? non li tranquillizza del tutto: “Devo occuparmi delle cose del Padre mio”, dice. Pensano di aver ritrovato il figlio, e lui dichiara di essere figlio di un Altro – e “non compresero”. Leggi tutto »

NATALE 2018

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Dic 242018
 

donmarioalbertiniNell’aria risuona ancora il canto degli angeli: gloria a Dio e pace agli uomini – e si percepisce il sussurrare dei pastori: andiamo a vedere – E anche noi sentiamo il tacito invito: entra in quella grotta e … e cosa? No, non entrare, fèrmati, fèrmati sulla soglia e chiediti: cosa entro a fare? chi vado a vedere: un bel bambino come tanti altri e niente più?

Rifletti allora sulla pagina del vangelo (Gv 1) – e prova a ripetere nella tua mente queste parole: “il Verbo si è fatto carne”. Leggi tutto »

III^ domenica di Avvento

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Dic 152018
 

donmarioalbertiniRallegratevi, il Signore è vicino. Attesa e gioia sono i sentimenti che dispongono il cuore a credere nel Dio che si fa vicino: Dio, infatti, è fedele alla sua promessa e questo può creare in noi una gioia non effimera, ma che compensa ogni forma di impegno.

Commento di don Mario Albertini

La Parola di Dio ci rivolge un interrogativo – ci dà una indicazione – ci fa una promessa e un dono. – L’interrogativo: hai capito cosa devi fare? A Giovanni il Battista la gente chiedeva: cosa dobbiamo fare? Ed egli risponde in maniera molto concreta, dicendo proprio cose da fare: ai pubblicani, cioè agli esattori delle imposte a favore degli occupanti romani, raccomanda di essere giusti, di esigere solo il dovuto; ai soldati raccomanda di non essere violenti; a tutti di condividere con chi ha bisogno. Leggi tutto »

II^ domenica di Avvento

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Dic 082018
 

donmarioalbertiniPreparare la via al Signore. L’Avvento ci insegna a invocare Dio come nostro liberatore dal peccato e dalla tristezza. Per il cristiano la salvezza è già donata attraverso Gesù: occorre solo imparare a “vedere la salvezza del Signore” all’opera ogni giorno nella nostra vita.

Commento di don Mario Albertini

La lettura di questa pagina del Vangelo fa risaltare due stranezze (apparenti stranezze). La prima è questa: l’evangelista chiama in causa grandi personaggi di quel periodo (—-), in questo notiamo  una certa solennità, e allora ci si aspetterebbe il resoconto di qualche cosa di grandioso, di clamoroso, qualche fatto che ha impressionato i contemporanei. E invece il fatto è questo: “La parola di Dio discese su Giovanni nel deserto”. Tanta solennità per una cosa da poco? Leggi tutto »