XXIV^ DOMENICA DEL TMPO ORDINARIO

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Set 112021
 

Lo scandalo del Messia sofferente. La parola profetica è difficile da comprendere, soprattutto quando si realizza nel disegno d’amore scandaloso del Padre che sacrifica il proprio Figlio. È questa immagine che Pietro non può accettare, ma che ogni credente in realtà è chiamato ad accogliere, affermando di

fronte al Servo sofferente: «Tu sei il Cristo» (Mc 8,29).

Commento di don Mario Albertini

 “Voi, chi dite che io sia?” voi, proprio voi, noi, noi che  siamo qui. Chi è, per noi, Gesù?  Forse la nostra prima risposta è portata ad esprimere  un’opinione di carattere generico: è un grande personaggio, è  un maestro incomparabile, è un martire vittima dell’invidia e  dell’ingiustizia, eccetera eccetera.  Leggi tutto »

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

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Ago 162021
 

La custode del dono di Dio. La liturgia della Parola nel giorno dell’Assunzione mette al centro la donna che ha custodito e accolto il dono di Dio per l’umanità. Modello di umiltà e di preghiera, la Vergine è la prima testimone del miracolo dell’incarnazione e «serva» fedele dell’unico Dio Salvatore.

Commento di don Mario Albertini 

“tutte le generazioni mi chiameranno beata”: Con la liturgia di oggi, che è tutta un inno di lode a Maria,  diamo realizzazione solenne alla sua profezia. La chiamiamo  beata per tutti i doni che Dio le ha dato, e oggi per il dono  della sua assunzione in cielo “in corpo e anima”. Maria,  scelta a diventare la madre di Dio che si faceva uomo, per  questa maternità doveva diventare partecipe della gloria del  Figlio suo con una immediata risurrezione e glorificazione,  senza essere sottomessa alla legge della “corruzione del  sepolcro”. Questo è l’evento che celebriamo, per il quale ci  uniamo a tutta la comunità cristiana nel chiamarla “beata”.  Leggi tutto »

XIX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Ago 072021
 

Accogliere il Figlio è conoscere il Padre. Dietro il dono che sostiene la vita del credente, come Elia, si cela sempre la presenza amorevole del Signore che custodisce la nostra vocazione. Il discorso giovanneo raggiunge una delle sue vette indicando nella carne del Figlio, nel suo sacrificio, il vero pane disceso dal cielo, colui che dal Padre è stato mandato per la salvezza del mondo.

Commento di don Mario Albertini

“Basta, Signore, prendi la mia vita!”. Elia, che  Dio aveva scelto come suo profeta, come detto nella  prima lettura era stato minacciato di morte dai potenti  dell’epoca, e per questo era scappato in un luogo deserto,  senza procurarsi provviste di cibo e di bevanda. Dopo una  giornata di fuga, stanco, affamato e scoraggiato, si sentì  alla fine: “Basta! – si disse – ormai devo morire”. E si  addormentò così, all’aperto, sotto una pianta.  Leggi tutto »

XVIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Lug 312021
 

“Non così avete imparato a conoscere  Cristo”. Il testo greco è più espressivo, più forte: “non  così avete imparato Cristo”. Nella pagina del vangelo Gesù stesso ci insegna in che  cosa consiste questo imparare lui.

“Non così avete imparato a conoscere Cristo”. Ai  cristiani di Efeso, che non si comportavano in modo  coerente con la loro fede, Paolo (nella seconda lettura) fa  questo richiamo: “Non così avete imparato a conoscere  Cristo”. Il testo greco è più espressivo, più forte: “non  così avete imparato Cristo”. Nella pagina del vangelo Gesù stesso ci insegna in che  cosa consiste questo imparare lui.  Leggi tutto »

XVII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Lug 242021
 

L’abbondanza del pane di vita. Fin dall’Antico Testamento il pane è il cibo con cui Dio sfama il suo popolo. Gesù nel segno dei pani anticipa e simboleggia il proprio sacrificio eucaristico, il proprio farsi pane di vita, il solo in grado di saziare coloro che hanno fame e di donare la vita eterna.

Commento di don Mario Albertini

“La gente, visto il segno che egli aveva compiuto,  cominciò a dire: Questi è davvero il profeta”. Quelli che  noi chiamiamo miracoli, dall’evangelista Giovanni sono  detti segni. Il segno è un invito a non fermarsi a ciò che  appare agli occhi per cogliere invece una realtà più  profonda, è un richiamo alla cosa significata, che è più  importante del segno. Quella volta i presenti sono riusciti  a cogliere solo in parte il significato del miracolo, e  capiscono che Gesù era “il profeta”, ma questo era ancora  poco, e non sono arrivati a un vero atto di fede in lui.  Leggi tutto »