Una sconfitta solo apparente

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Nov 142020
 

Il Rosario nella Cattedrale di Como per don Roberto Malgesini è fissato per le 20.30 di lunedì, poche ore dopo la sua uccisione. Mentre camminiamo spediti …. arriva un messaggio: è di un ragazzo senza fissa dimora,…. Scrive: “Mi ha aiutato tante volte, per favore prega anche da parte mia che io non sono capace”. E’ già una preghiera questa, ovviamente. Alle 20 la Cattedrale è ormai piena, e le tante persone che continuano ad arrivare sono invitate a distribuirsi nella piazza,…. Scende il buio e brillano le candele che in tanti hanno portato. Continuano ad arrivare persone: di tutte le età, di tutti i colori, di tutte le fedi. Dai tanti ragazzi che conoscevano don Roberto, sacerdote impegnato in uno dei quartieri più difficili della città e, si sentivano da lui accolti e accompagnati, fino a benestanti comaschi dei quali si sa che considerano sbandati e immigrati più che altro un problema. E un’infinità di gente che in chiesa proprio non ci va mai. Un piccolo miracolo di questo prete schivo e appassionato di Dio e dell’umanità. La porta è spalancata e il sagrato diventa un’estensione della cattedrale, senza più distinzione tra dentro e fuori. Non ci sono altoparlanti, ma le ‘Ave Maria’ e i ‘Padre Nostro’ risuonano sommessamente eppure distintamente in tutta la piazza. Un paesaggio sonoro di commozione, costernazione, dolore, affidamento. una città normalmente sonnacchiosa e divisa, la mia, ora stretta in preghiera attorno al vuoto che lascia questo uomo buono. Leggi tutto »

XXXIII^ domenica ordinaria

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Nov 142020
 

Portare frutto nel tempo dell’attesa. Vivere la fede significa assumersi la responsabilità di una chiamata, un «talento» che ci è affidato affinché porti frutto. Nel tempo dell’attesa il credente è invitato a l’operosità vigilante, così che, al ritorno del padrone, possa prendere parte alla gioia della salvezza.

Commento di don Mario Albertini

  Nella parabola dei talenti, immagino che anche per voi, come per me, ad attirare l’attenzione sia il terzo servo, che non ha fatto fruttificare il talento ricevuto. Cosa ha compiuto di male, dove ha sbagliato per sentirsi condannare come malvagio e pigro? La chiave sta nelle parole che lui rivolge al padrone: tu sei duro ed esigente, e metti paura. Non si è dato da fare perché il suo rapporto con il padrone era di non-fiducia, di paura. Leggi tutto »