Oltre ogni formalismo di Papa Francesco

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Ago 122017
 

papa-francesco-731x1024Francesco ascolta in silenzio, commosso. Poi si alza e stringe in un abbraccio i tre testimoni che hanno appena parlato. Sono don Zvonimir Matijević, fra Jozo Puškarić e suor Ljubica Sekerija. Siamo a Sarajevo e i tre hanno appena raccontato al Papa le sofferenze di cui sono stati vittime durante la guerra fratricida degli anni Novanta. Don Zvonimir e frate Jozo, francescano, sono stati perseguitati da miliziani serbi cristiani, suor Ljubica da miliziani musulmani, ma nessuno di loro ha parole di vendetta. “Una volta – dice fra Jozo – ho desiderato morire per porre fine alla mia agonia. Mi è stato talmente difficile resistere che ho pregato la guardia di uccidermi. Ma sono particolarmente grato al Signore, perché non ho mai provato odio per i miei aguzzini. Li ho perdonati”. Don Zvonimir racconta di essere sopravvissuto anche grazie all’aiuto di una donna musulmana di nome Fatima, che gli portava di nascosto del cibo. E suor Ljubica narra di quando uno degli aguzzini, anzichè percuoterla, le portò un frutto. La guerra nei Balcani è stata anche questo, forse soprattutto questo.  
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“La giustizia è l’utile del più forte?”

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Ago 052017
 

tribunale-giustiziaIn tema di crisi, c’è sempre il rischio della rassegnazione che trova nel cinismo una sorta di sfogo. Pare proprio avesse ragione Trasimaco quando affermava che “la giustizia è l’utile del più forte”. Questa citazione del filosofo greco, in effetti, sembra essere di grande attualità se guardiamo al panorama italiano, e non solo. Per evitare, però, facili o ambigue estrapolazioni, proviamo a leggere quello che effettivamente dice Trasimaco ne La Repubblica di Platone: “Ciascun governo istituisce leggi per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide leggi tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, proclamano che il giusto per i governati è ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore della legge ed ingiusto”. Leggi tutto »

PERCHE’ DIO PERMETTE IL MALE? – Dario Vivian

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Lug 222017
 

511af8b870dad79452f7c898fd3b8283Lo scandalo del male

Confrontarsi con il problema del male significa immergersi in domande, che hanno a che fare non con teorie astratte. Esse nascono infatti dalla viva carne  di ogni donna e uomo, inevitabilmente segnata dall’esperienza del negativo. Il male è là, lo troviamo attorno a noi, ma anche in noi. Viene prima delle nostre scelte personali. Infatti inizialmente ne siamo vittime; ben presto, tuttavia, ne diveniamo complici, ratificando con i nostri comportamenti le realtà negative che ci hanno contagiato. Ad esempio: nell’ambiente di lavoro c’è arrivismo e disonestà e questo mi penalizza; allora mi adeguo e divengo disonesto anch’io, per non essere tagliato fuori. Leggi tutto »

Quattro passi, e la vita migliora (Padre U. Sartorio)

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Lug 152017
 

15921909-gruppo-di-uomini-e-donne-durante-escursione-trekking-nei-boschi-a-piedi-in-una-coda-lungo-un-percorsDopo una primavera a dir poco bizzarra, è iniziata l’estate, stagione in cui le attività rallentano fino a fermarsi. La parola vacanze (dal latino vacare: essere privo di, essere vacante, “avere tempo libero per” e quindi “dedicarsi a “) dice insieme distacco dall’ordinarietà, in genere lavorativa ma non solo, e investimento del proprio tempo in qualcosa che segna discontinuità. L’estate è, infatti, tempo di riposo in cui si programmano svago e letture, sport all’aperto e viaggi, vivendo quell’ozio sacrosanto, all’occupazione febbrile finalizzata al guadagno e comunque inerente al mondo produttivo. Insomma, il vero ozio, che è altra cosa rispetto al celeberrimo “padre dei vizi” di cui parla la tradizione spirituale cristiana, non è affatto cosa semplice, che viene in automatico; da una parte si smette di lavorare, ma dall’altra questo non significa guadagnare subito in distensione e tantomeno pacificazione interiore. E’ diventato sempre più difficile, meno natura e scontato. Vanno attivate strategie di contrasto, in modo consapevole. Leggi tutto »

L’ANIMA FEDELE (A. M. Valli, vaticanista)

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Lug 082017
 

vaticano_-_chiesa_300_x_406Per Antonio la Chiesa, che egli definisce “anima fedele”, è una realtà semplice, umile e fraterna. Proprio perché rifugge dalla logica del potere, essa non si arrocca a difesa dei privilegi né attacca i nemici, ma cammina tra gli uomini, condividendone la realtà.

All’epoca di Antonio la parola “ecclesiologia” non esiste, e non c’è neppure una vera e propria teoria sistematica sulla Chiesa. Tuttavia la questione circa la natura della Chiesa è viva, e Antonio certamente non la trascura. Anzi, la sua visione si dimostra di sorprendente attualità. Per quanto riguarda la comprensione che la Chiesa ha di se stessa, Antonio vive in un momento di passaggio. La formazione agostiniana gli  ha insegnato una visione misterica e sacramentale, su base patristica. Ma ecco che  a questo modello si va sostituendo quello sociologico-giuridico, con la Chiesa considerata alla stregua di un impero. E’ il modello della sacra potestas chiamata a reggere le sorti del mondo. Antonio non rifiuta l’idea di istituzione, ma indica le priorità. L’istituzione ha ragione di esistere se è espressione di una robusta spiritualità, la scelta deve essere quella della fraternità, del servizio  e della povertà, contro la tentazione del potere e della ricchezza. La forza della Chiesa è la croce, e gli uomini di fede tradiscono il mandato evangelico quando si servono di strutture politiche e militari per diffondere la fede e contrastare le eresie. Leggi tutto »