Miriam di Nazaret

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Dic 022017
 

img_0093Miriam di Nazareth, nella sua semplice logica di giovane donna ebrea, si trova di fronte alla rivelazione di un fatto che la coinvolge ma che non comprende. Il mistero della grazia si era aperto dentro di lei; la verità e la giustizia divine potevano diventare, in un’anima libera da distorsioni e stravolgimenti, cioè senza macchia, un essere umano che le incarnava, testimoniando la dignità della vita fino in fondo e fino alla gloria.

Miriam non comprende l’interiorità dell’evento, rispondendo che non era possibile in quanto non aveva mai conosciuto un uomo; la voce ripete l’annuncio, invitandola ad abbandonare i suoi schemi mentali materialistici e ad aprirsi ad una verità misteriosa ed insondabile, che trascende la scienza degli uomini. Leggi tutto »

Dio è una mano tesa (Ermes Ronchi)

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Nov 252017
 

giubileo_misericordia_logoC’è una casa a Cafarnao dove la morte ha messo il nido, una casa importante, quella del capo della sinagoga. Casa potente e incapace di garantire la vita di una bambina. Infatti Giairo ne è uscito, ha camminato in cerca di Gesù, lo ha trovato, si è gettato ai suoi piedi: “”La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”. (E Gesù) Andò con Lui (Mc 5,23-24)”. La prima reazione di Gesù è di provare dolore per il dolore dell’uomo: ascolta il grido, interrompe quello che stava facendo, cambia i suoi programmi, e si incamminano insieme. Ed ecco che stare con il dolore degli altri diventa uno dei gesti cristiani più rivoluzionari. Nel breve tragitto tra la sponda del lago e la casa di Giairo il racconto si snoda in sette tappe simboliche. Leggi tutto »

Fede è non aver paura (Ermes Ronchi)

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Nov 182017
 

volto-di-GesùC’è una casa a Cafarnao dove la morte ha messo il nido, una casa importante, quella del capo della sinagoga. Casa potente e incapace di garantire la vita di una bambina. Infatti Giairo ne è uscito, ha camminato in cerca di Gesù, lo ha trovato, si è gettato ai suoi piedi: “”La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”. (E Gesù) Andò con Lui (Mc 5,23-24)”. La prima reazione di Gesù è di provare dolore per il dolore dell’uomo: ascolta il grido, interrompe quello che stava facendo, cambia i suoi programmi, e si incamminano insieme. Ed ecco che stare con il dolore degli altri diventa uno dei gesti cristiani più rivoluzionari. Nel breve tragitto tra la sponda del lago e la casa di Giairo il racconto si snoda in tre tappe simboliche. Leggi tutto »

Quei profeti ribelli (G. C. Brigantini)

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Nov 102017
 

papa-francesco-731x1024Il 20 giugno papa Francesco ha posto un mazzo di fiori sulla tomba di don Lorenzo Milani a Barbiana (FI) e un altro sulla tomba di don Primo Mazzolari, a Bozzolo (MN) (1890-1959). Quei due preti, ritenuti in vita “ribelli”, oggi li sentiamo “profetici”. Si avvera così (e lo dico con tristezza, anche per esperienza personale) quello che diceva, a voce bassa, padre Sergio Faè, mio professore di Storia, negli anni di teologia: “Spesso la Chiesa è alleata oggi con i suoi nemici di ieri e combatte, ora, quelli che saranno i suoi alleati di domani!”. E’ una constatazione amara, eppure è vera. Perché il tempo sa guardare con occhi diversi.

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Caro Papa, ti scrivo (C. Imprudente)

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Nov 042017
 

papa-francesco-giubileo-ammalati-disabili-giugno-2016Caro papa Francesco, un nome, una garanzia. Sono passati alcuni anni da quel “Buonasera” con cui hai aperto il tuo pontificato, condiviso fin da subito con tutti. Il verbo “pontificare”, d’altronde, significa “costruire ponti”, e tu in questi tempi ne hai gettati davvero molti…. Non sto qui ora a elencarli tutti, ma ci sono dei gesti che, anche se piccoli, possono diventare rivoluzionari. Anzi, proprio perché piccoli sono emblema di un cambiamento. Parlo di una metamorfosi di pensiero e di cultura della relazione che si misura nei fatti, e non solo nelle parole. Leggi tutto »