XV^ Domenica Tempo Ordinario

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Lug 092016
 

donmarioalbertiniLa parabola del samaritano buono, narrataci dal vangelo, vuole insegnarci questo: il senso e il valore della nostra vita non stanno nelle conquiste scientifiche, tecnologiche o economiche, non stanno neppure nel formale rispetto di norme esteriori, ma in un agire che ci avvicina a Dio. Lo stile cristiano di vivere ha come modello di riferimento l’agire come Gesù, che è per noi «immagine del Dio invisibile». Ci anticipa questo vangelo anche la prima lettura, la quale ci parla di Dio che in nome dell’alleanza, da lui stesso voluta con gli uomini, è sempre disposto a perdonare le loro colpe. In questa prospettiva perciò anche l’obbedire ai suoi comandamenti è espressione di una fiducia nella sua vicinanza. Una prossimità spinta fino a farsi carne in Gesù Cristo, come ricorda la seconda lettura: perché «piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose».

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XIV^ Domenica Tempo Ordinario

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Lug 022016
 

donmarioalbertiniIl centro del vangelo è l’invio dei discepoli in missione: i suoi frutti, per coloro che accoglieranno la buona notizia della vicinanza di Dio che essi portano, saranno la pace, la liberazione dalle forze del male, la promessa di una vita buona. Il loro annuncio, come la loro fede, deve essere accompagnato dalla pazienza, nella fiducia che soltanto Dio può convertire il cuore delle persone. Perciò non si ceda a facili entusiasmi, ma neppure ci si perda d’animo di fronte alle difficoltà. Lo scetticismo descritto nella prima lettura, che accompagna il ritorno degli ebrei dall’esilio, non può diventare l’atteggiamento dei discepoli di Gesù. In alternativa a tale atteggiamento già il profeta Isaia annuncia la speranza connessa alla promessa di Dio. Pace e benedizione sono per coloro che si affidano a Dio. Allo stesso stile esorta Paolo, nella seconda lettura, ricordando che nelle difficoltà e nella sofferenza il cristiano trova la sua forza nella croce di Cristo, perché soltanto essa è la fonte della nostra salvezza.

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XIII^ domenica del tempo ordinario

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Giu 252016
 

donmarioalbertiniPer Luca si ha ora una svolta nella vita di Gesù: egli inizia la sua grande marcia – descritta in ben dieci capitoli – verso Gerusalemme, città della sua morte ma anche della sua glorificazione-ascensione al Padre. Fissiamo la nostra attenzione sulle tre scene di vocazione che aprono questo viaggio. La prima ha per protagonista un entusiasta al quale Cristo mostra subito il volto esigente della sequela che implica la rinuncia ai beni. La seconda, con la paradossale proibizione di andare ai funerali del padre, rivela il radicale distacco dagli affetti. Infine, richiamando per contrasto la vocazione del profeta Eliseo, Gesù indica nel distacco netto col passato la via per seguirlo.

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XII^ Domenica del Tempo Ordinario

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Giu 182016
 

volto-di-GesùAl centro del vangelo di oggi sta la domanda sulla identità di Gesù. Egli provoca i discepoli, e con essi i credenti di ogni tempo, a dire che cosa pensano di lui e della sua missione. Pietro, a nome anche degli altri, lo riconosce come «l’inviato di Dio»: non però un messia che eserciti un potere terreno, come era nelle attese allora correnti, ma come rivelatore dell’amore di Dio. Quale sarà, dunque, la modalità in cui egli esprimerà questo amore divino?

L’immagine del “trafitto”, nella prima lettura, è una  figura eloquente che ci richiama alla croce di Gesù. La croce, però, è ora per noi il segno della profonda trasformazione che Dio opera nei cuori di chi accoglie Gesù come il Cristo. Leggi tutto »

XI^ Domenica del tempo ordinario

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Giu 112016
 

donmarioalbertiniÈ proprio il vangelo a rivelarci la vera realtà di Gesù. Egli non solo annuncia la misericordia di Dio, come avevano fatto i profeti, ma si mostra a noi come la misericordia di Dio fatta carne. Alla donna, che tutti identificavano come una peccatrice, egli dichiara: Ti sono perdonati i tuoi peccati. E anche: La tua fede ti ha salvata. La salvezza, però, non è un automatismo: alla donna è stato perdonato perché «ha molto amato». In modo simile la prima lettura narra del peccato e del pentimento di Davide: è la disponibilità alla parola di Dio che apre il cuore dell’uomo e crea la condizione interiore per accogliere la misericordia di Dio. L’obbedienza alla Parola appare, nella seconda lettura, come fede che giustifica l’uomo e apre la porta della salvezza. Essa infatti è abbandono  fiducioso all’amore di Dio nei nostri confronti.

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