Giu 042022
 

– Perché sono stato scelto io? – Queste sono domande senza risposta. Sei stato scelto tu, e hai dunque il dovere di adoperare tutta la forza, l’intelligenza e il coraggio di cui puoi disporre.

Questo breve dialogo si trova ne Il Signore degli Anelli, una lunga fiaba dell’autore inglese John Tolkien (1892-1973). Il libro è stato definito “la più bella storia scritta nel nostro tempo”, più per i grandi che per i piccoli, ed ha per tema lo scontro tra il bene e il male. Il male minaccia di travolgere tutti gli esseri della terra, e per vincerlo occorre – così nella fiaba – che qualcuno, superando innumerevoli contrasti e affrontando vere battaglie, vada a gettare nel cratere di un vulcano un particolare anello che ha un enorme potere maligno. Per questa impresa rischiosa e difficile viene chiamato un certo Frodo, di natura sua pacifico e per niente desideroso di avventure; ad affidargliela è un personaggio che è indicato con il termine di ‘stregone’. Ed ecco il dialogo sopra riportato: Frodo vorrebbe tirarsi indietro, ma lo stregone gli dice: Ti senti troppo piccolo di fronte a quanto ti viene richiesto? Non importa: sei stato scelto tu, e allora fa’ quello che sei capace di fare. (A titolo informativo: la missione sarà condotta a buon fine!)

La storia potrebbe essere letta come la vicenda di ciascuno di noi, perché in quello scontro tra il bene e il male che fa parte dell’esistenza di tutti, a tutti è affidato un compito, tutti siamo chiamati a qualche cosa di grande. Sì, a qualcosa di grande perché, per quanto nascosta e poco considerata e in apparenza eguale a quella di tanti altri, ogni vita è unica, e personale è la missione affidata a ciascuno, che è quella di operare per la vittoria del bene nel tempo in cui si vive e quindi di estirpare il male là dove lo si riscontra. Eseguirla, questa missione, senza tirarsi indietro; non temere se gli ostacoli sono grossi, e non pensare che l’impegno sia più grande di noi. Se il bene e il male dipendessero del tutto da noi, dovremmo riconoscere che non ce la facciamo; ma noi siamo stati scelti per dare  qui e adesso alla promozione dei valori umani (la dignità della persona, la giustizia, la solidarietà…) tutto il contributo di cui siamo capaci, e niente di più. Ma tutto!

Ma scelti da chi? Non c’è bisogno di uno stregone che venga a dirci quale straordinaria impresa ci attenda. Propensioni interiori e circostanze esterne, decisioni già prese, proposte nuove, anche sbagli commessi… se valutiamo tutto questo con la volontà di agire per il bene, scopriremo a cosa siamo chiamati, qual è la nostra vocazione.

Ricordando che ogni vocazione è lo sviluppo di un germe che Dio ha posto in noi, è una voce che chiama dal futuro. Da Dio siamo stati scelti, ma egli ci lascia l’onore e la responsabilità di una risposta libera, per la quale adoperare tutta la forza, l’intelligenza e il coraggio di cui disponiamo.

Don MARIO ALBERTINI

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