Giu 132020
 

Gioacchino rossetto02Omelia di don Ermanno Crestani, l’11 giugno 2020 a Monte Berico,  nella Messa per l’85° anniversario della morte di P. Gioachino Rossetto

Quando finisce la Messa?                                                                                                      Mi è piaciuto il titolo di un libretto sulla Messa: Quando finisce la Messa?  Noi partecipiamo alla Messa, ma poi spesso finisce tutto lì! Mi fa ricordare un fatto capitato alla fine di un Pellegrinaggio ad un Santuario mariano. Nel ritorno in corriera ho chiesto alle persone: Cosa vi è piaciuto di più in questa Celebrazione? Risposte: La Madonna, l’Omelia, la Festa… Ho rivolto la domanda a  Giordano, un ragazzino di 8 anni.  Risposta pronta: Quando siamo venuti fuori!

Mi ha aiutato a ritrovare la risposta alla domanda iniziale, proprio una proposta di Padre Gioachino Rossetto, Servo di Maria, fondatore dell’Istituto secolare femminile di San Raffaele e dell’Unione sacerdotale San Raffaele .  Afferma: “ Mi piace considerare il progresso della nostra vita di cristiani simile allo svolgersi della S. MessaLa vita, sarà tutta somigliante all’atto più degno che possa compiersi sotto gli occhi di Dio”. Altrove aggiunge: ”Ad ogni istante sulla terra viene alzata un’ostia santa: uniamoci ad essa e offriamoci all’eterno Padre…. Anche noi dobbiamo celebrare salendo sugli altari del nostro quotidiano, prendiamo Gesù nelle mani della nostra anima; offriamolo e consacriamo tutti e tutto”.  Diventiamo tutti (Con)Celebranti della Vita!

La Sacra Scrittura ci insegna ad imprimere un senso eucaristico e liturgico a tutta la nostra vita e alla nostra settimana. Alcuni esempi. Il profeta Isaia scrive con chiarezza: “Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri (le mie chiese)?…Invece, cessate di fare il male, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso” (Is. 1, 12, 17).

Gesù ci ha annunciato una rivoluzione, quando ha proclamato alla Samaritana: “Ma è giunto il momento, in cui nè su questo monte  (nel tempio dei Cananei) nè in Gerusalemme adorerete il Padre…; è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori  adoreranno il Padre in spirito e verità. Perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4, 23)

San Paolo, che dà sempre un senso liturgico alla sua missione, scriveva ai Romani: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rom 12, 1-2).

Che significa allora vivere la nostra vita come una Messa?                                            Queste espressioni ci invitano a vivere i vari momenti della Messa prolungandoli e proiettandoli nella vita, nelle relazioni, nelle vicende quotidiane: diventiamo tutti Celebranti!  Qualche esempio. 

*La Messa si apre con l’Accoglienza: Insieme facciamo il segno di Croce Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…La grazia del Signore…: con questo siamo accolti nella comunità cristiana e in essa nella Comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (1Gv. 1ss).                              +Nella vita quotidiana, abbiamo l’occasione di rinnovare questa accoglienza, per es. quando facciamo il segno della Croce, quando incontriamo le persone, quando accogliamo un fratello in difficoltà… Mi sono sempre piaciute le tre parole che papa Francesco suggerisce per animare la nostra vita cristiana, e non solo. La prima è proprio: Permesso!  Poi viene: Scusa! E infine: Grazie! Permesso! è l’atteggiamento dell’accoglienza. Pensiamolo ogni volta che chiediamo: Permesso! 

Segue poi  la Liturgia penitenziale, momento dell’affidamento alla misericordia del Padre che ci chiama alla conversione e alla riconciliazione e al perdono.                                                                                  +Viviamo la vita come una Messa, per es. ogni volta che chiediamo Scusa! ai nostri fratelli e sorelle e a Dio. Questa parola, Scusa,  fa parte del nostro vocabolario quotidiano?

*Segue la Liturgia della Parola: ci apre all’Ascolto della Parola di Dio. Con Samuele diciamo: Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta…Non lasciò andare a vuoto, una sola delle Sue parole” (1Sam 3                                                                                               +Celebriamo la Messa nella vita ogni volta che ci richiamiamo alla Parola di Dio nel nostro agire o mettendoci in ascolto dei fratelli che incontriamo, o di coloro che hanno bisogno di essere ascoltati…e anche della voce di Dio che parla nel Creato e nel cuore di ognuno.

*All’Offertorio, mettiamo sull’altare il pane e il vino,  frutto della terra e del lavoro dell’uomo, simboleggiato dalla goccia d’acqua versata nel vino: diventeranno Corpo e Sangue di Gesù.                                                                                                   +Nella vita realizziamo l’offertorio quando offriamo a Dio Padre la nostra attività, le nostre sofferenze, le nostre preghiere, o condividiamo le nostre energie…! Come dice il Ti adoro, mio Dio.

*E siamo al momento centrale della Messa: la Consacrazione. Chiediamoci: Chi  trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesù?…  E’ proprio l’Amore, l’Amore di Dio, cioè lo Spirito Santo.                                                                                                                                                   +In che modo la Linfa e il dinamismo della Consacrazione entra nella vita del cristiano, della famiglia, della comunità? Appunto: quando ci lasciamo muovere dallo Spirito/Amore nei nostri sentimenti e comportamenti; quando mettiamo dell’amore in tutto ciò che facciamo.  Sant’Ignazio, scelto da P. Rossetto come patrono dell’Unione dei Fratelli sacerdoti – che chiamava Frumento – afferma: Sono frumento di Dio e devo essere macinato dai denti delle belve per diventare pane puro…Supplicate Cristo per me, perché… io divenga ostia per il Signore”.

Si arriva alla Comunione: All’inizio ci siamo chiesti: Quando finisce la Messa? A questo punto P. Rossetto ci avverte: “Viene poi la Comunione…! poi non sarà finito. La Messa non deve finire! La Messa non deve finire. La Comunione sarà eterna e questa trasformazione la compirà man mano, sapientemente irresistibilmente, ma quanto amorosamente Lui, Lui, il nostro Padre”. Vivo la vita come una Messa quando mi accorgo che Gesù vive in me e io in Lui, quando mi affido al Padre con la fiducia di Gesù, quando faccio comunione con la famiglia, i colleghi, il prossimo, con gli ultimi.  

Una Messa in uscita, rendendo grazie a DioFate questo in memoria di me!

Con quale espressione finisce la Messa? Con il Rendiamo grazie a Dio!, ed è pronunciata proprio dall’Assemblea, ed è presente in tutta la liturgia della Messa.                                                                           +IL RENDIMENTO DI GRAZIE (= Eu-caristia) è l’aggancio e la continuazione della Messa nella della nostra Vita; la fa sentire tutta come dono di Dio e viverla in atteggiamento di riconoscenza, di servizio, di missione.  Grazie! E’ la terza parola che papa Francesco ci suggerisce, e che prolunga la Messa nella vita e fa diventare la vita come una Messa, a lode del Padre. 

Giordano, il ragazzino, alla domanda di cosa gli era piaciuto della Messa, aveva risposto: Quando siamo venuti fuori! E’ la verità nascosta proclamata dai bambini: è bello finalmente venir fuori dalla Messa per fare che tutta la vita diventi una Messa. Stiamo preparandoci alla Festa del Corpus Domini, che liturgicamente doveva esse celebrata proprio oggi. Come finisce? Proprio con la Processione con il Santissimo dentro l’Ostensorio per le vie della parrocchia, a significare che la Messa va vissuta per le strade del mondo e della vita.  Non può esserci Chiesa in uscita, come indica Papa Francesco, se non c’è la Messa in uscita. Gli Ostensori? Sono i bisognosi con cui Gesù si identifica. Siamo noi stessi e la comunità, che, mossi dell’Amore diffuso nei loro cuori dallo Spirito Santo, testimoniano Cristo,  trasformando tutta la nostra vita in una Messa, a lode di Dio Padre. Amen.

 

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