IMMACOLATA CONCEZIONE

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Dic 052020
 

Maria, l’umiltà della fede. Se l’origine del peccato è l’illusione di Adamo di poter “diventare come Dio”, l’umile «sì» di Maria è l’inizio della redenzione, l’abbandono fiducioso che apre le porte affinché Dio possa farsi uomo e rivelarci il suo amore.

Commento di don Mario Albertini

Sarebbe interessante, e bello, riuscire a vedere la storia dell’umanità dal punto di vista di Dio. Le letture di questa  festa dell’Immacolata ci permettono di darvi un’occhiata  proprio così, dal punto di vista di Dio; potremmo dire:  dall’alto. Proviamo. 

 “Prima della creazione del mondo…” = questa frase che  abbiamo sentito nella seconda lettura indica l’inizio degli  inizi; ci dice che da sempre Dio ha un progetto grandioso,  meraviglioso, che riguarda l’umanità, che riguarda noi. E’  il progetto in cui Dio ci vuole partecipi del suo amore  infinito: ci ha scelti, ci ha chiamati ad essere suoi figli.  Leggi tutto »

II^ DOMENICA DI AVVENTO

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Dic 052020
 

Chiamati alla conversione. La venuta del Signore si avvicina. È questo il cuore della consolazione per Israele e del richiamo di Giovanni il Battista alla conversione. Siamo tutti chiamati a preparare la strada per l’avvento del re, di colui che porterà giustizia e misericordia.Commento di don Mario Albertini

Commento di don Mario Albertini

Ho introdotto dicendo: “dal vangelo secondo Marco”, e  subito dopo ho letto: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo,  Figlio di Dio”: Vangelo secondo Marco – Vangelo di Gesù Cristo. Il “vangelo”, parola che significa propriamente “buona  notizia”, non viene da Marco, ma dallo stesso Figlio di  Dio, Gesù. Sì, il vangelo, cioè la buona notizia che Dio ci  vuole bene, è di Gesù Cristo, anche se a raccontarlo è  Marco o un altro evangelista che per la scelta degli  episodi e degli insegnamenti del Signore usa un suo stile.  Leggi tutto »

I^ DOMENICA DI AVVENTO

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Nov 282020
 

Una vigilante attesa di salvezza. L’inizio dell’anno liturgico si apre con un invito alla vigilanza, perché malgrado Dio possa sembrare lontano o assente, egli, in maniera imprevedibile e sorprendente, sta per giungere portando con sé la salvezza per il suo popolo.

COMMENTO DI DON MARIO ALBERTINI

Molto bella, e la vogliamo fare nostra, la  preghiera del profeta Isaia riportata nella prima lettura:  “Tu, Signore, tu sei nostro padre…(se ti sei allontanato) Ritorna per amore di noi , tuoi servi… Tu sei nostro  padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi  siamo opera delle tue mani”. Espressiva e consolante questa immagine delle mani di  Dio creatore che hanno racchiuso e plasmato con amore  quell’argilla che siamo noi. Questa preghiera ci aiuta a  cominciare bene l’anno liturgico, perché ci fa rinnovare  l’atto di fede nell’amore di Dio che ci è Padre, e  l’impegno a orientare a Lui la nostra vita.  Leggi tutto »

Gesù Cristo, Re dell’universo

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Nov 212020
 

La regalità di Cristo, giudice dell’amore. Sull’esempio del buon pastore, che ha cura del proprio gregge, il cristiano è chiamato a imitare l’amore di Cristo verso «i più piccoli», riconoscendo in essi la presenza stessa del Risorto che, alla fine dei tempi, giudicherà i giusti e gli empi.

Commento di don Giulio Fabris

L’anno liturgico si chiude con la solennità di Cristo Re dell’Universo. una definizione chiara di questa solennità ce la dà la Gaudium et Spes al n. 45, quando dice: “Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni”. Quanto ascolteremo nel Vangelo di oggi si riferisce al cosiddetto “discorso escatologico”, cioè che riguarda la fine dei tempi. Leggi tutto »

XXXIII^ domenica ordinaria

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Nov 142020
 

Portare frutto nel tempo dell’attesa. Vivere la fede significa assumersi la responsabilità di una chiamata, un «talento» che ci è affidato affinché porti frutto. Nel tempo dell’attesa il credente è invitato a l’operosità vigilante, così che, al ritorno del padrone, possa prendere parte alla gioia della salvezza.

Commento di don Mario Albertini

  Nella parabola dei talenti, immagino che anche per voi, come per me, ad attirare l’attenzione sia il terzo servo, che non ha fatto fruttificare il talento ricevuto. Cosa ha compiuto di male, dove ha sbagliato per sentirsi condannare come malvagio e pigro? La chiave sta nelle parole che lui rivolge al padrone: tu sei duro ed esigente, e metti paura. Non si è dato da fare perché il suo rapporto con il padrone era di non-fiducia, di paura. Leggi tutto »